Anime di metallo

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  1. Milly Sunshine
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    Ecco la prima parte del capitolo 53! ^^




    Capitolo 53.
    Quando Ronnie gli aveva telefonato, qualche istante prima, era stato molto chiaro: «Devi raggiungerci allo Starlit Cafè il prima possibile.»
    Raggiungerci.
    Non si riferiva soltanto a se stesso.
    «È successo qualcosa?» gli aveva chiesto Ronnie. «Mi sembri preoccupato.»
    «Non posso parlarne adesso» aveva replicato Ralph. «Ti prego, vieni al bar il prima possibile, se puoi.»
    Ronnie si era ritrovato ad accettare e, anche se entrare nel locale in cui lavorava Kelly non era la sua massima aspirazione, non poteva fare altro che mantenere l’impegno preso.
    Quando varcò la soglia dello Starlit Cafè erano appena le due del pomeriggio e il bar era quasi completamente vuoto.
    Ralph era seduto a un tavolino e parlava con Kelly, in piedi accanto a lui.
    Ronnie si diresse verso di loro.
    «Che piacere vederti» lo accolse Kelly, con un filo di sarcasmo nella voce. «Mancavi solo tu.»
    «Per favore, Kelly, lascia perdere» la pregò Ralph. «Non mi sembra il caso di tirare fuori le vostre vecchie questioni in sospeso proprio ora.»
    Kelly scosse la testa.
    «Dai troppa importanza a una cosa da niente.»
    Ralph la fulminò con lo sguardo.
    «Tu la chiami cosa da niente
    «Non vedo come potrei chiamarla» ammise Kelly. «Natascha è fatta così.»
    Ronnie si sedette di fronte al fratello.
    «Si può sapere cos’è successo?»
    «Ralph crede che Natascha sia scomparsa» disse Kelly. «Non ha pensato che, imprevedibile com’è, potrebbe semplicemente non avere voglia di incontrare nessuno.»
    «Non è così» obiettò Ralph. «Natascha è sparita davvero. È da ieri pomeriggio che non dà più notizie di sé.»
    Kelly era già pronta per replicare ma, realizzando che Ralph non avrebbe gradito il suo intervento, Ronnie si affrettò a chiedergli: «Per caso hai provato a contattare sua madre?»
    «Ovvio che ci ho provato. E sai cosa mi ha risposto?»
    «Fammi indovinare» s’intromise Kelly. «Che Natascha ormai è adulta e che lei non ha più la minima voglia di stare dietro alle sue stranezze?»
    «Sei molto critica nei confronti di Natascha» osservò Ronnie. «Non eravate amiche?»
    «Prima che iniziasse ad assillarmi continuamente con dei discorsi assurdi sì.»
    «Discorsi assurdi?» chiese Ralph. «Di cosa parli?»
    «Lasciamo stare, è meglio.»
    «Comunque la madre di Natascha si è sorpresa della mia chiamata. Pensava che Nat fosse con me e si è stupita non poco nello scoprire che non avevo idea di dove fosse.»
    «Natascha è sempre stata strana» insisté Kelly. «Ultimamente, però, è diventata ancora più strana. Tutta colpa di...»
    S’interruppe.
    Ronnie le puntò gli occhi addosso.
    «Di...?»
    «Fatti i cazzi tuoi!»
    «Allora dillo a me» la pregò Ralph.
    Anche lui la fissava intensamente, ma Kelly sostenne il suo sguardo.
    «È un discorso senza importanza.»
    «Da come ne hai parlato» obiettò Ronnie, «a me sembra che ne abbia.»
    Kelly rimase in silenzio per qualche istante, poi finalmente confessò: «Natascha ha perso la testa per un suo ex ricomparso dal nulla, un certo Dean Tray.»
    Ronnie spalancò gli occhi.
    «Dean Tray?!»
    Kelly guardò nella sua direzione.
    «Perché, lo conosci?»
    «Sì» ammise Ronnie. «Ieri sera ha tentato di uccidermi.»
    «Ieri sera?»
    «Sapere che è stato ieri sera ti sorprende di più di quello che ha cercato di fare?»
    Kelly abbassò lo sguardo.
    «In effetti hai ragione. A che ora è successo?»
    «A che ora?!»
    «Sì, voglio sapere quando.»
    «Saranno state le nove e mezza...»
    Kelly osservò: «Allora è possibile.»
    Era stata a casa di Maya, la sera precedente. Aveva parlato con lei e Gabriel di Kenneth Tray e dell’incidente stradale in cui era morto. Non era uno degli argomenti più gettonati di cui si discuteva a Starlit Spring in quel periodo: da quando aveva lasciato la città, nessuno sembrava essersi più interessato di lui. Qualcuno sosteneva addirittura che il suo trasferimento fosse un bene. Per quel poco che Kelly sapeva di lui era convinta che l’opinione pubblica non sbagliasse.
    Era rimasta con Maya e Gabriel fino alle dieci e tre quarti, poi se n’era andata. Gabriel l’aveva seguita oltre la porta.
    «Mi sono scordato di chiudere a chiave la macchina» le aveva confidato. «Se non esco adesso, prima o poi Maya mi costringerà a farlo.»
    Kelly l’aveva salutato, aveva attraversato il giardino e poi se n’era andata.
    In strada un uomo sembrava aspettarla.
    «Buonasera, bella signorina» l’aveva accolta. «Posso accompagnarti a casa?»
    Lei l’aveva fulminato con lo sguardo.
    «No.»
    «Peccato» aveva osservato lui. «Avremmo potuto parlare della tua amica Natascha.»
    A Kelly era bastato poco per riconoscerlo.
    «Che cosa vuoi, Dean?»
    «Vedo che ti ricordi il mio nome.» Dean sembrava piacevolmente sorpreso. «Immagino che Nat ti abbia parlato molto di me.»
    «Così si può dire.»
    «Forse ti sarai fatta delle idee sbagliate, ma...»
    Kelly l’aveva interrotto: «Non so dove tu voglia arrivare, ma quello che fate tu e Natascha non mi riguarda. Se lei vuole mandare la sua vita a rotoli è libera di farlo, non sarò certo io a intromettermi nei suoi affari privati.»
    Dean si era avvicinato.
    «Sei sempre così scorbutica?»
    «Con gli scocciatori sì.»
    «Mi dispiace che tu mi creda uno scocciatore. Pensavo che avrei allietato la tua serata, piuttosto.»
    «Se decidessi di fartelo mettere in culo, probabilmente allieteresti la mia serata e anche la giornata di domani.»
    Dean aveva sorriso.
    «Mi piacciono le ragazze acide. La maggior parte di loro a letto sono delle bombe.»
     
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