Anime di metallo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Milly Sunshine
        +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Founder
    Posts
    70,943
    Scrittore
    +1,079

    Status
    Anonymous
    A quanto pare è stato un colpo di scena. u.u
    Bene! :D
    Facciamo che inserisco la parte conclusiva del capitolo... il fatto che Ronnie farà la sua apparizione probabilmente ti piacerà. :P




    Ronnie spalancò la porta. Michel era seduto sul bordo di un tavolino, parlottava insieme a Kelly, che era a pochi passi da lui, come se niente fosse accaduto.
    Non si accorsero di lui, almeno finché non fu vicino a loro.
    Afferrò Michel per un braccio e lo tirò giù dal tavolo.
    «Mi spieghi come cazzo ti è venuto in mente?»
    Michel gli parve perplesso.
    «Di cosa parli?»
    Evidentemente non si era accorto di lui; anzi, sicuramente non se n’era accorto, altrimenti non avrebbe continuato a passare informazioni a quell’individuo.
    «Sei venuto in città per trovare Yuma e consegnarla a suo padre» lo accusò Ronnie. «Quello non poteva essere altro che un suo complice!»
    Prima che Michel potesse replicare, Kelly intervenne: «Ti consiglio di calmarti, Ron, se non vuoi che ti sbatta fuori a calci!»
    Ron.
    Ron.
    Ron.

    In quel momento non gli importava niente del diminutivo col quale Kelly si era rivolta a lui.
    «Te lo consiglio anch’io» aggiunse Michel, «Perché sarei ben lieto di aiutarla.»
    «Siete d’accordo tutti e due, non è vero?» Ronnie lanciò uno sguardo pieno d’accusa anche a Kelly, stavolta. «Avete contattato quel tizio e...»
    «Quello che abbiamo fatto non ti riguarda» replicò Michel. «Yuma è grande abbastanza per difendersi da sola, se proprio sei convinto che sia in pericolo!»
    «Yuma è in pericolo perché si è fidata di te. La responsabilità è solo tua.»
    «Yuma non è in pericolo» insisté Michel. «Quell’uomo non vuole farle del male, vuole solo proteggerla.»
    «E immagino che tu, a parole, voglia fare lo stesso.»
    «È per proteggerla da suo padre, appunto, che ho deciso di aiutare Dean a trovarla.»
    Kelly s’irrigidì palesemente nel momento in cui Michel pronunciò il nome del suo presunto complice.
    «Tu non ne sei convinta, non è vero?» le chiese Ronnie. «È stato Michel a corromperti, ma non avresti voluto aiutarlo, in realtà.»
    «Tu sei pazzo!» replicò la barista. «Io non sto aiutando nessuno a fare un bel nulla! Non so nemmeno che cazzo sia successo a questa Yuma! Il mondo ruota forse intorno a lei? Oggi non ho sentito parlare d’altro, ma la verità è che non me ne importa un accidente!»
    «A te magari non importa niente» concesse Ronnie, «Ma a me sì, e dovrete passare sul mio cadavere prima di consegnarla a Dean.»
    «Vattene» lo pregò Kelly. «Ammazzati, come avresti dovuto fare molto tempo fa, e suggerisci a quella dannata ragazza di fare lo stesso! E, se proprio non vuoi farlo, almeno sparisci una volta per tutte!»
    «Non...»
    Michel lo interruppe: «Kelly ha ragione, faresti meglio ad andartene e a non impicciarti nelle mie questioni professionali.»
    «Se rovinare la vita di Yuma può chiamarsi questione professionale...»
    «Tu non sai niente di quello che è successo, Ron. Non impicciarti.»
    Ron.
    Ron.

    Ancora una volta non gliene importava niente. Il suo unico desiderio era proteggere Yuma, proteggerla da chiunque potesse farle del male.
    Melvin.
    Dean.
    Michel.
    Kelly.
    Lui stesso.

    «Pagherai per quello che hai fatto.» Si era rivolto a Michel, ma forse avrebbe dovuto prendere in considerazione anche Kelly. «Pagherete per quello che avete fatto.»
    Finalmente se ne andò, era quello che Michel e Kelly desideravano, ed era quello che voleva più di ogni altra cosa anche lui stesso.
    Intravide una ragazza che lo fissava, a pochi passi dalla porta, ma non si curò di lei, tanto con tutta probabilità non l’avrebbe vista mai più.

    Si rincontrarono poco meno di ventiquattro ore più tardi, quando Ronnie uscì dal lavoro. Lei lo stava aspettando e, ora che non era più protetta dal buio, non esitò a riconoscerla, anche se l’ultima volta in cui l’aveva vista era soltanto una bambina.
    Le andò incontro.
    «Heaven, sei proprio tu!»
    La sorella minore di Yuma sorrideva, sembrava felice che si fosse accorto di lei e che fosse riuscito a intuire la sua identità.
    «Non pensavo che ci saremmo mai rivisti, fino a qualche tempo fa» ammise Heaven, «Ma adesso che tutto è cambiato...» S’interruppe. «Ti ho visto ieri sera, allo Starlit Cafè.»
    «Anch’io ti ho notata, quando me ne sono andato, ma non ti avevo riconosciuta.»
    «Yuma è fortunata ad avere incontrato un uomo come te.»
    Ronnie rabbrividì. Tutto si aspettava, tranne che Heaven pronunciasse quelle parole. Yuma non gli aveva riferito il contenuto della lettera?
    «Perché dici questo?»
    «Perché nessun altro, dopo così tanti anni, avrebbe fatto nulla per difenderla» rispose Heaven. «Ti ho visto entrare al bar. Eri incazzato nero. Per un attimo ho temuto che volessi uccidere Michel.»
    «Ammetto di averci pensato.»
    «Hai fatto bene a non farlo. Se proprio devi ammazzare qualcuno, riserva questa cortesia a Dean.»
    Ronnie la guardò negli occhi.
    «Che tipo è?»
    «Se la domanda fosse questa, ti risponderei che è un coglione pieno di sé, che crede che qualsiasi donna cada ai suoi piedi. Alcune si lasciano incantare dalle sue parole. La tua domanda, però, non è questa. Tu, in realtà, vuoi sapere se può essere pericoloso per Yuma.»
    Ronnie annuì.
    «Lo è?»
    «A parte nostro padre, non c’è nessuno che possa essere più pericoloso di lui.»
    «Nemmeno Michel?»
    Heaven rise.
    «Pensi davvero che voglia fare del male a Yuma?»
    «Se così non fosse, perché avrebbe spiegato a Dean come trovarla?»
    «Ho accennato, poco fa, al fatto che alcune donne si lascino incantare da quello che dice Dean» gli spiegò Heaven. «Forse avrei dovuto specificare che anche alcuni uomini credono alle stronzate che va raccontando.»
    «Conosco bene Michel, e ti assicuro che non è un tipo del genere.»
    «Credo che lo sia, invece» obiettò Heaven. «Ho l’impressione che si sia messo sulle tracce di Yuma... Penso che volesse cercarla a casa tua.»
    Ronnie spalancò gli occhi.
    «A casa mia?»
    «Ti ha rubato un mazzo di chiavi, quando è venuto a trovarti al lavoro» lo informò Heaven. «Gli ho impedito di usarle.»
    Ronnie s’irrigidì.
    «Quel maledetto figlio di puttana...»
    «Te le ha restituite, vero?»
    «Ho ritrovato un mio mazzo di chiavi, senza essermi mai accorto di averle perse» ammise Ronnie. «Suppongo di sì. In ogni caso non troverà Yuma a casa mia.»
    Heaven sorrise.
    «Mai dire mai. Potrei convincerla a incontrarti.»
    Ronnie scosse la testa.
    «Non mi pare il caso.»
    «Invece...»
    «No, Heaven, davvero, non...»
    «Finiscila di interrompermi e stammi a sentire!» replicò la ragazza. «So per quale motivo hai deciso di non cercarla: Yuma mi ha raccontato tutto... e per tutto intendo proprio tutto.»
    «Vedo che anche tu sai...»
    «Ti avevo detto di non interrompermi o sbaglio?»
    «Sì, in effetti hai ragione.»
    «Almeno te ne rendi conto, è già un passo avanti.»
    «Se sai tutto, comunque, saprai anche che Yuma non vuole più vedermi.»
    Heaven non gli sembrò convinta.
    «Non penso che sia proprio così. Le ho parlato, e...»
    «Non m’importa quello che vi siete dette» concluse Ronnie. «Preferisco non saperlo. Se vuoi dire a Yuma che ci siamo incontrati, riferiscile che sono d’accordo con quello che mi ha scritto nel biglietto che mi ha lasciato quando se n’è andata. È molto meglio per entrambi se io e lei non ci vediamo più.»
     
    Top
    .
587 replies since 18/5/2013, 16:33   3129 views
  Share  
.