Anime di metallo

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  1. Milly Sunshine
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    Temo che, per quanto riguarda Patricia, tu ti stia focalizzando su qualcosa di diverso da quello che intendo io. :D
    Comunque sì, ci sarà ancora da leggere per un bel po'. In base alla scaletta che mi sono fatta, in totale dovrebbero esserci intorno ai 65 capitoli. ^^
    Ora c'è la prima parte del capitolo 44, che credo potrebbe piacerti per la presenza di uno dei tuoi personaggi preferiti...




    Capitolo 44.
    «Alla fine sei tornata» aveva osservato Gabriel, piuttosto perplesso, quando si erano incontrati poche ore prima. «Credevo che avessi deciso di lasciar perdere.»
    «Non potrò mai lasciar perdere» aveva ammesso Naive, a cui la distanza di poco più di sessanta chilometri che separava la sua casa da Starlit Spring non era mai sembrata prima di allora così poco degna di nota. «Potrebbe capitarle qualcosa di molto spiacevole e mi sento in dovere di metterla in guardia.»
    Non voleva coinvolgerlo, era intenzionata a non parlargli ulteriormente di quell’argomento, ma Gabriel aveva preferito domandarle: «Sei riuscita a sentire di nuovo l’altra tua nipote?»
    Naive aveva negato.
    «È stata Yuma a chiamarmi, io non saprei dove rintracciarla.» A quel punto aveva optato per cambiare discorso. «Maya come sta?»
    «Bene.»
    Gli occhi di Gabriel si erano quasi illuminati nel sentire il nome della moglie. Naive aveva sorriso, immancabilmente. Sognava di poter trovare un giorno anche lei una persona con cui condividere il resto della propria vita, ma non era convinta che potesse accadere, e provava nei confronti di Gabriel un sottile filo di invidia.
    «La ami, vero?»
    «Come potrei non amarla?» Gabriel aveva sorriso a sua volta. «Maya è una persona meravigliosa. Non saprei dirti come sarebbe stata la mia vita se non l’avessi mai incontrata, ma sono sicuro che avrebbe potuto essere molto peggiore.»
    Naive si era sentita sollevata: le sue nipoti, nei confronti alla moglie di Gabriel, erano passate in secondo piano.
    «Da quanto tempo vi conoscete?»
    «Da tanto... più di dieci anni» Gabriel aveva abbassato lo sguardo. «Purtroppo molti di questi anni li ho sprecati inseguendo altre ragazze - anzi, una di loro in particolare - e di questo mi sento colpevole.»
    «A tutti può capitare di incontrare la persona sbagliata» aveva obiettato Naive. «Non dovresti sentirti responsabile.»
    «Forse non dovrei... eppure non posso fare a meno di chiedermi come ho potuto trascorrere così tanto tempo accanto a Vic.»
    «Vic?»
    «Victoria Harris, una ragazza con cui stavo insieme proprio quando ho conosciuto Maya. Mi ero messo in testa che io e Vic fossimo fatti per stare insieme, ma ovviamente non era così.»
    «Quello che conta è che dopo tu ti sia accorto che non era così. Tu e Maya vi siete messi insieme subito dopo?»
    Gabriel aveva scosso la testa.
    «No, Maya non mi vedeva nemmeno all’epoca. Non c’ero certo io nei suoi pensieri.»
    «Anche lei stava accanto all’uomo sbagliato, quindi» aveva dedotto Naive.
    «Più o meno. Si era rimessa insieme a un suo ex, con cui era stata insieme quando erano soltanto dei ragazzini. Pensava che le cose, se non avevano funzionato a quell’epoca, potevano invece funzionare dopo anni di distanza. Non è stato così neanche per lei.»
    «Quello che conta, però, è che alla fine abbiate scoperto di essere fatti uno per l’altra.»
    Gabriel aveva annuito.
    «Direi di sì. Tu, invece?»
    Naive gli aveva lanciato un’occhiata dubbiosa.
    «Io... cosa?»
    «Sei sposata?»
    «No.»
    «Fidanzata?»
    «Nemmeno. Non sto con nessuno e non credo che le cose cambieranno a breve.»
    «Capisco.» Gabriel l’aveva guardata negli occhi. «Ma sei felice così o senti la mancanza di qualcosa nella tua vita?»
    «Non lo so» aveva ammesso Naive. «Diciamo che, dopo quello che ho visto, la vicinanza con un uomo mi spaventa.»
    «Sembrerebbe che tu stia paragonando una relazione a una trappola» aveva osservato Gabriel. «Ti assicuro che non è così.»
    «Non è così» aveva replicato Naive, «A condizione che uno dei due non sia succube dell’altro. Per mia sorella è stato così. Ha creduto troppo a lungo che il suo destino fosse quello di trascorrere il resto della sua vita accanto a suo marito. È inutile dire che non avrebbe potuto mettersi in testa niente di più sbagliato. Se non altro mi consolo pensando che, poco prima di essere ammazzata, mi aveva informata che non poteva più andare avanti insieme a lui. Mi aveva confidato di volersene andare e di portare con sé le mie nipoti. Magari ci fosse riuscita.»
    «A proposito delle tue nipoti...»
    Naive aveva sentito un brivido attraversarla.
    «Va beh, non parliamo più di loro.»
    «Perché no?» aveva obiettato Gabriel. «Penso di avere qualcosa da dirti.»
    «Q-qualcosa da dirmi?» Naive si era domandata se davvero ci fosse qualcosa che Gabriel avrebbe potuto riferirle. «Ne sei davvero convinto?»
    «Non so se quello che ti dirò abbia valore, ma preferisco non tenerlo per me.»
    Naive aveva annuito.
    «Capisco.»
    «Hai presente...» Gabriel le era sembrato imbarazzato. «Hai presente quando sei venuta al bar insieme a me e a Maya?»
    «Sì.»
    «C’era una ragazza che parlava con la cameriera.»
    «Sì, ricordo vagamente.» Naive aveva ripensato a una giovane dal volto inespressivo incorniciato da lunghi capelli castani. «Si è anche avvicinata a un certo punto.»
    «Quella ragazza si chiama Natascha» l’aveva informata Gabriel. «È la sorella minore di Victoria, la mia ex.»
    «E Victoria com’è? Le somiglia?»
    «Per niente. Ti stavo dicendo, comunque, che quella ragazza, Natascha, è una cara amica della barista» riprese Gabriel, «E che Maya si incontra con loro, di tanto in tanto. Lei e Natascha non hanno mai avuto molto in comune, ma con Kelly - la cameriera - si è sempre trovata bene. Sabato pomeriggio Maya e Kelly sono andate a fare shopping insieme e hanno incontrato Natascha, che s’è messa a parlare con Kelly. Non è stato un discorso molto interessante, stando a quanto mi ha detto Maya: raccontava di un tizio che le piace, uno con cui...»
    Naive l’aveva interrotto: «Che cosa c’entra questo con le mie nipoti?»
    «Hai ragione, stavo divagando un po’ troppo» aveva ammesso Gabriel. «Dunque, Natascha dopo ha fatto delle domande a Kelly. A quanto pare entrambe avevano visto la fotografia che hai mostrato a me e a Maya quando eravamo al bar. Kelly deve averla riconosciuta.»
    Naive aveva spalancato gli occhi.
    «Kelly conosce Heaven?!»
    «Non ho detto che la conosce di persona» aveva puntualizzato Gabriel. «Semplicemente sa chi è. Pare che Heaven stia insieme al fratellastro di Kelly. Maya ha sentito lei e Natascha che ne parlavano, ma ha preferito fare finta di niente.»
    «Yuma mi ha riferito testualmente, quando ci siamo sentite al telefono, che Heaven sta insieme a un ragazzo bello, ricco e con la testa a posto.» Naive gli aveva lanciato un’occhiata implorante. «C’è qualche possibilità che possa trattarsi di lui?»
    «Il marito della madre di Kelly è ricco sfondato» aveva confermato Gabriel. «Per quanto ne so suo figlio è un bravo ragazzo. Sul fatto che sia bello, non penso che il mio giudizio possa essere molto attendibile.»
    Naive aveva inspirato profondamente prima di chiedere a Gabriel: «Sai dirmi dove abita questo ragazzo? Forse Heaven vive con lui.»
    Aveva avuto paura di un rifiuto, ma così non era stato.
    Eric Laurent viveva a casa di suo padre, che invece si era trasferito in pianta quasi stabile in un’isola caraibica insieme alla madre della barista dello Starlit Cafè.
    Naive fissò il campanello, chiedendosi se fosse opportuno immischiarsi in quella che sembrava essere la nuova vita di Heaven. Dentro di sé avvertì il bisogno di farlo.
    “Speriamo che mi apra.”
     
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