Anime di metallo

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  1. Milly Sunshine
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    Non preoccuparti, prima o poi tutte le domande avranno risposta! :D
    Direi che è il caso, comunque, di aggiornare con la fine del capitolo 43. ^^



    Heaven Emerson era una persona da cui era meglio stare alla larga, questo Michel lo sapeva. Non gli sembrava che fosse ancora nei paraggi, ma preferì allontanarsi molto cautamente. Si chiese come avesse potuto accorgersi del furto delle chiavi. Lo stesso Ronnie, che si trovava a pochi passi da lui, non aveva notato niente.
    “Heaven ha mille occhi. Dovrò starci molto attento.”
    Era intenzionato a recarsi nell’appartamento di Ronnie per fare un giro di perlustrazione, alla ricerca di qualche traccia del passaggio di Yuma, ma era certo che Heaven non gliel’avrebbe permesso. Avrebbe davvero potuto spingersi a rivelare a Ronnie quanto aveva visto e Michel sapeva che non era una prospettiva auspicabile: Ronnie si fidava di lui e, dal momento che avrebbe potuto essere un potenziale alleato, era meglio evitare che la situazione cambiasse.
    Proprio mentre era immerso in quelle riflessioni gli parve di notare un volto conosciuto. Spalancò gli occhi, credendo di essersi sbagliato, ma poi si rese conto di avere visto bene.
    Attraversò la strada più in fretta che poté, anche perché non poteva lasciarsi sfuggire un’occasione come quella: per la prima volta da quando l’aveva conosciuto vedeva Dean Tray senza la sua immancabile giacca di pelle!
    Dean parve non fare caso a lui, almeno finché Michel non gli rivolse la parola.
    «Non ci vedevamo da tanto tempo, io e te. Che cosa ti porta da queste parti?»
    Dean tacque per un interminabile istante, poi finalmente rispose: «Abito a meno di venti chilometri di distanza da Starlit Spring. È così strano che io sia qui?»
    «No» fu costretto ad ammettere Michel. «Diciamo che non mi sarei mai aspettato di poterti rivedere.»
    «Non pensavo che sentissi la mia mancanza» ribatté Dean. «Io, per quanto mi riguarda, non ho mai sentito la tua.»
    «Non ti preoccupare per questo. Anch’io sono sopravvissuto anche senza incontrarti per così tanti anni.»
    «Perfetto» osservò Dean. «Quindi posso andarmene senza che tu abbia il benché minimo desiderio di trattenermi.»
    Michel scosse la testa.
    «Su questo ti sbagli, Tray. Credo anzi che dovremmo fare quattro chiacchiere.»
    Dean si sorprese; o almeno fece finta di sorprendersi.
    «Di che cosa dovremmo parlare?»
    Michel decise di essere molto diretto.
    «Yuma Emerson.»
    Se Dean si stupì, non lo diede a vedere.
    «Yuma Emerson?» ripeté. «Non credo che ci sia molto da dire.»
    «Io invece credo di sì» insisté Michel. «La stai cercando, non è vero?»
    «Non sto cercando nessuno» replicò Dean. «E ora, se permetti, dovrei andarmene, dato che ho qualcosa di più importante da fare.»
    Michel gli bloccò ogni possibile via di fuga.
    «Non ho finito.»
    «Tu no, forse, ma io sì. Non ho tempo da perdere.»
    «Invece credo proprio che lo troverai, dato che me ne sbatto dei tuoi impegni» ribatté Michel. «Non ho intenzione di lasciarti andare via finché non mi avrai detto se stai cercando Yuma Emerson e perché.»
    «Non...»
    «Ah, dimenticavo. Già che ci sei potresti anche dirmi per chi lavori?»
    «Non sto cercando...»
    Michel si affrettò a interromperlo per la seconda volta in pochi istanti: «Non mentire, Dean. So tutto.»
    «Tu non sai niente, invece.»
    «Hai mai sentito parlare di Pamela Custer?»
    «No.»
    «Strano» osservò Michel. «Lei ha sentito parlare di te da Tom Harvey.»
    «Tom Harvey» ripeté Dean. «Sai per caso che fine ha fatto?»
    «Mi ha mandato qui a Starlit Spring» lo informò Michel. «Anche lui potrebbe essere disposto a confermare che stai cercando Yuma. Immagino che tu stia lavorando per lui.»
    «Non sto lavorando per nessuno» replicò Dean. «È da anni che non ho a che fare con Dean Tray e non ho mai sentito nominare nessuna Pamela, a parte la figlia della cugina di Harvey. Quella, però, non si chiama Custer di cognome, ma Harvey, proprio come Tom. Forse quella ragazza si è sposata con un uomo che si chiama Custer?»
    «La Pamela che conosco io non è sposata» puntualizzò Michel. «Potrei descrivertela, per vedere se la riconosci, ma credo che sia abbastanza abile a mutare il proprio aspetto, quindi non ne vale la pena.»
    «Non m’importa niente dell’aspetto della tua amica. Qualsiasi cosa ti abbiano raccontato lei e Tom Harvey su di me è falsa.»
    «Quindi tu non stai cercando Yuma» dedusse Michel. Era questo che Dean stava cercando di fargli capire, ma lui, ovviamente, non ne era convinto. «Il fatto che Pamela abbia tirato fuori il tuo nome è del tutto casuale.»
    Dean annuì.
    «Certo.»
    Michel notò che era stato meno convincente rispetto a poco prima.
    «Il fatto che tu sia qui, quindi, è a sua volta puramente casuale.»
    «Ovvio che lo è» rispose Dean. «Io abito qui vicino, mentre per quanto ne so Yuma Emerson vive da tutt’altra parte. Se lei fosse a Starlit Spring sarebbe più strana la sua presenza rispetto alla mia, non credi?»
    «Forse hai ragione» ammise Michel, «Ma sappi che non mi fido di te.»
    «Non ti ho mai chiesto di fidarti» replicò Dean. «Anzi, non vedo perché dovresti. Io e te siamo due estranei che in passato hanno lavorato insieme per breve tempo.»
    «A proposito, com’è andata a finire con quella Natascha?»
    «Natascha?»
    «La ragazza che ti scopavi.»
    «Non ricordo» ribatté Dean, con un sorriso beffardo. «Sai, ne ho scopate talmente tante che non posso ricordarmele tutte.»
    «Per caso ti sei scopato anche una certa Patricia Spencer?» azzardò Michel, memore dello strano incontro del sabato precedente.
    Dean impallidì.
    «P-Patricia Spencer?»
    Michel finse di non essersi accorto della sua strana reazione.
    «Dicevo per dire. È una persona che ho avuto modo di conoscere anni fa a Black Hill e che non mi sarei mai sognato di poter vedere qui.»
    «Non conosco nessuna Patricia Spencer» affermò Dean, che sembrava tornato in sé. «Non ho mai sentito quel nome prima d’ora.»
    Michel ne era matematicamente certo: mentiva.
     
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