Anime di metallo

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  1. Milly Sunshine
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    Direi che è il momento di concludere il capitolo 40. Buona lettura alle mie due affezionate lettrici! ;)




    Ralph compose il numero ancora una volta e rimase in attesa: ancora una volta non ottenne risposta, il che lo sorprese, dato che Natascha non era solita sparire nel nulla; non quando dovevano incontrarsi, almeno.
    «Sarò da te per le sette» gli aveva assicurato lei, quando si erano sentiti poche ore prima. «Non farò tardi. Non vedo l’ora di rivederti.»
    Gli era sembrata felice, addirittura desiderosa di uscire insieme a lui quella sera.
    “Eppure non si fa vedere.”
    Sua madre gli comparve accanto all’improvviso.
    «Non mi dire che stai ancora cercando lei
    Sembrava infastidita e Ralph non se ne stupì: da quando lui e Natascha avevano iniziato a frequentarsi non aveva fatto altro che ripetergli che non era la ragazza giusta per lui.
    Si girò verso di lei e la fulminò con lo sguardo.
    «Sì, sto cercando lei.»
    «Non dovresti perdere il tuo tempo così.»
    Ralph alzò gli occhi al cielo.
    «Purtroppo per te non viviamo in una società in cui i matrimoni combinati sono la norma, quindi tocca a me decidere chi deve starmi accanto.»
    «Il problema è che temo che la tua decisione sia troppo avventata.»
    «Sto frequentando una ragazza, tutto qui. Se stessi pensando di sposarla magari potrei accettare i tuoi consigli, ma...»
    Sua madre s’affrettò a interromperlo: «Sposare quella sciacquetta? Ti prego, non dirlo nemmeno per scherzo!»
    Ralph si pentì delle proprie parole. In realtà era il suo desiderio, stava soltanto aspettando che giungesse il momento di parlarne con Natascha. Temeva di essersi svelato troppo: forse sua madre avrebbe fatto il possibile per impedire quell’unione. Quando voleva sapeva essere molto subdola: avrebbe potuto addirittura arrivare a conquistarsi la simpatia di Natascha per convincerla ad allontanarsi da lui.
    In quel momento, però, sembrava essere più interessata a qualcos’altro.
    Ralph mise giù il ricevitore e, fingendo di non essersi accorto del suo sguardo, fece per allontanarsi.
    «Aspetta» lo pregò sua madre. «Ho una cosa importante di cui parlarti.»
    «Non riguarda Natascha, vero?»
    «No, si tratta di Ronnie.»
    Per un attimo Ralph si sentì sollevato. Sperava che sua madre gli dimostrasse di non preoccuparsi soltanto di ciò che faceva lui.
    Lei gli porse una busta.
    «Vorrei che tu gli facessi avere questa.»
    Ralph la prese e rimase a fissarla.
    «Cos’è?»
    «È una... mhm... una lettera che ho trovato il giorno in cui...»
    Ralph la interruppe: «Aveva scritto una lettera? Per te?»
    Sua madre scosse la testa.
    «No. Era indirizzata a una certa Yuma Emerson.»
    Yuma.
    Ralph si era quasi dimenticato di lei, nonostante avesse avuto modo di parlarle sia di persona sia al telefono. Ricordava di avere tentato di allontanarla da Ronnie, quando ancora credeva di dover vendicare la morte di Rick.
    «Perché devo portargliela io?»
    «Perché io non avrei mai il coraggio di negare, se lui volesse sapere se l’ho letta.»
    «Tu... l’hai letta?»
    «Se te lo chiede lui, no.»

    «Oh, cazzo!» esclamò Natascha. «Dovevo uscire con Ralph questa sera!» Lanciò uno sguardo disperato a Kelly. «Ti prego, aiutami a inventare una scusa.»
    «Non potresti semplicemente andarci?»
    «No.»
    «Mhm... mal di testa?»
    «Troppo banale.»
    Kelly sospirò.
    «Perché non ti inventi qualcosa tu?»
    «Ecco, lo sapevo che mi avresti solo fatto perdere tempo! Su di te non si può mai contare!»
    «Invece sì» replicò Kelly. «Chi non si comporta in modo così esasperante può sempre contare su di me.»
    «Fottiti. Devo telefonargli e trovare una scusa.»
    Kelly le indicò il telefono.
    «Prego, fai pure.»
    Contrariamente alle sue aspettative, Natascha non la contraddisse.
    In quel momento la porta si aprì.
    “Speriamo che sia Dean, venuto a rapirla per portarla su un’isola deserta.”
    Non era Dean.
    Erano Gabriel e Maya, insieme a una donna che Kelly non aveva mai visto prima. Si avvicinarono a lei e Maya ordinò tre aperitivi analcolici.
    Kelly notò che Natascha si girava un attimo verso di loro, prima di tornare a concentrarsi sul telefono e di comporre il numero che intendeva chiamare.
    Qualche istante più tardi, mentre sorseggiava il suo aperitivo, la donna che Kelly non conosceva prese fuori dalla borsa una fotografia.
    «È lei» disse, rivolta a Maya e Gabriel.
    Kelly non intendeva origliare, ma non poté fare altro: concentrarsi sui loro discorsi era sicuramente il modo migliore per non sentire quello che Natascha si sarebbe inventata con Ralph.
    Maya esaminò la fotografia, prima di passarla a Gabriel che fece lo stesso.
    «L’avete mai vista?»
    Le risposte di entrambi furono negative.
    «Questo, però, non significa nulla» aggiunse Gabriel. «Il fatto che noi non l’abbiamo vista non vuole dire che tua nipote non sia qui.»
    «È proprio così, Naive» confermò Maya. «Sono sicura che riuscirai a trovarla.»
    Naive, questo sembrava essere il nome della sconosciuta, parve essere del loro stesso parere: «Non può essere altro che qui.»
    Presa da una certa curiosità, Kelly decise di avvicinarsi con una scusa.
    «Vi posso portare qualcos’altro?»
    Le arrivò un coro di “no”, ma nessuno notò l’occhiata che lanciò alla fotografia. Rappresentava una ragazza bionda con gli occhi dal taglio orientale: l’amica - o molto probabilmente qualcosa di più - di Eric.
    «Eccomi qui.»
    Kelly sussultò nell’udire la voce di Natascha. Evidentemente aveva già telefonato a Ralph.
    «Hai risolto tutto?»
    Natascha annuì, mentre anche il suo sguardo andava a cadere sulla foto di Heaven.
     
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