Anime di metallo

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  1. Milly Sunshine
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    Vedo che il fatto che Ronnie abbia avuto una figlia vi ha lasciate parecchio sconcertate! u.u In ogni caso, per rispondere a Pavone, la figlia in sé non avrà un ruolo determinante per la trama e per gli sviluppi futuri, ma non escludo che possa fare la sua comparsa. E, comunque vada, credo che ci saranno colpi di scena potenzialmente più sconcertanti. Ma non anticipo niente.

    @Gabriel: preparati a invidiare profondamente Maya... leggendo questo aggiornamento capirai perché. :D

    Ecco a voi la prima parte del capitolo 35.




    Capitolo 35.
    Dopo avere portato la bambina a casa di Maya, Ronnie aveva commesso un errore madornale: aveva scelto di accettare l’invito di Kelly ad andare a trovarla a casa sua. Si era illuso per un attimo che tutto potesse andare nel migliore dei modi, ma ovviamente così non era stato.
    «La scorsa notte ho sognato Rick» gli aveva confidato Kelly, nel momento in cui richiudeva la porta di casa alle sue spalle. «Mi manca.»
    Ronnie non aveva potuto fare a meno di abbassare lo sguardo, come se non ci fosse stato niente di più interessante e significativo delle piastrelle opache dell’ingresso.
    Gli era sembrato che fosse passato un tempo interminabile, prima che trovasse il coraggio di alzare gli occhi.
    “Kelly sta bleffando” si era detto. “Se davvero avesse sognato Rick la scorsa notte, non mi avrebbe invitato a casa sua.”
    L’aveva chiamato un paio d’ore prima, pregandolo di raggiungerla, più tardi. Gli era sembrata solare, quasi raggiante, come raramente accadeva; ma in quelle occasioni non era raro che gli telefonasse e lo invitasse ad andare a trovarla. La vita di Kelly non era, almeno in apparenza, meno vuota della sua.
    L’aveva vista corrugare la fronte, forse insoddisfatta dal non avere ricevuto una risposta, e poi l’aveva sentita chiedergli: «Perché non dici niente, Ronnie?»
    Si era ritrovato ad abbassare di nuovo lo sguardo.
    «Deve esserci un motivo ben preciso?»
    «Ti ho appena detto di avere sognato Rick» aveva ribadito Kelly. «Per te non significa niente tutto questo?»
    «Non sono uno psicanalista» aveva replicato Ronnie. «Non è a me che devi rivolgerti.»
    Kelly era rimasta in silenzio.
    Soltanto quando si era accorta che Ronnie aveva ripreso a guardarla l’aveva fissato duramente e l’aveva accusato: «È stata solo colpa tua.»
    Ronnie non aveva mai cercato di autoassolversi per quello che era capitato tanti anni prima, ma non capiva per quale ragione Kelly dovesse accanirsi contro di lui, se lei stessa ne era rimasta coinvolta. Forse pensava davvero che l’incendio al bar, avvenuto molto tempo prima, avesse qualche legame con la morte di Rick.
    Ciò nonostante non poté fare a meno di ammettere: «Lo so.»
    «Lo sai, eppure continui a bussare alla mia porta.»
    «Se tu non mi telefonassi per chiedermelo, probabilmente non lo farei» aveva replicato Ronnie. «Se non vuoi vedermi più, ti basta solo dirmelo, invece di fingere di essere mia amica.»
    Kelly aveva scosso la testa.
    «Io non ho amici.»
    «Sì, invece, ne hai» aveva replicato Ronnie. «Natascha, Maya...»
    «A proposito, Maya è tornata dalla luna di miele?»
    «Sì, proprio oggi. Sono appena stato ad accompagnare Kara a casa sua.»
    «Capisco. Sai, a volte, quando penso alla tua situazione, finisci quasi per farmi pena.»
    «Perché dovrei?»
    «Maya ti ha soltanto illuso» aveva risposto Kelly. «Ti ha fatto credere di amarti e, nonostante ci fosse la bambina, ti ha messo alla porta.»
    «Maya non mi ha illuso» aveva obiettato Ronnie. «Diciamo soltanto che non eravamo fatti per stare insieme e che ce ne siamo accorti prima che fosse troppo tardi.»
    «Era già troppo tardi. Kara non avrebbe mai dovuto nascere.»
    «Kara è la cosa più bella che mi sia mai capitata.»
    «Tanto la perderai. Maya e Gabriel possono darle tutto quello che vuole, tu invece sei soltanto un fallito!»
    «Ti ringrazio per i soliti complimenti» aveva risposto Ronnie, ironico. «Devo dire che da te non mi aspettavo altro.»
    «Se tu non fossi un fallito, non avresti lasciato che Maya sposasse Gabriel, avresti fatto qualcosa per fermarla.»
    «Forse non ti è chiara una cosa: tra me e Maya è finita, e non da poco. È liberissima di stare insieme a chi vuole, così come lo sono io. Lei stessa, il giorno del suo matrimonio, mi ha augurato di incontrare il prima possibile la donna giusta per me.»
    «Però, per il momento, nessuna donna vuole avere niente a che fare con te» aveva puntualizzato Kelly. «Puoi forse negarlo?»
    «Non lo nego, ma vogliamo parlare di te? Non mi sembra che la tua situazione sia molto migliore della mia.»
    Kelly gli aveva lanciato un’occhiata gelida.
    «Non è certo colpa mia.»
    «Se tu fossi meno acida, forse qualcosa cambierebbe.»
    «Niente può cambiare» aveva replicato Kelly. «Immagino che tu sappia il perché.»
    «Mhm... forse perché essere meno acida ti costerebbe uno sforzo notevole?»
    «No, perché l’unico ragazzo che io abbia mai amato non è qui con me.»
    «Purtroppo Rick non potrà mai tornare in vita.»
    «Non c’è bisogno che tu me lo dica, ma, vedi, io vorrei soltanto che tu fossi sepolto sotto quattro metri di terra e che Rick fosse qui con me.»
    «Sai bene che non è possibile.»
    «Lo so, non è possibile, ma vorrei che lo fosse. Non riuscirò mai a liberarmi di quello che gli hai fatto... e di quello che hai fatto a me! Hai approfittato di me, mi hai sedotta...»
    A quel punto Ronnie l’aveva interrotta: «Adesso non fare la vittima! Questa è un’altra storia, che non ha niente a che vedere con la morte di Rick!»
    «Tutto ha a che vedere con la morte di Rick, perfino il giorno in cui sei venuto alla luce» aveva obiettato Kelly. «Dovrei essere disgustata soltanto dalla tua presenza.»
    «Perfetto, allora me ne vado.»
    «Non lo farai.» Kelly gli aveva lanciato un’occhiata di fuoco. «Non avrai il coraggio di farlo, non prima che io abbia finito. Tu hai bisogno di me: hai bisogno di qualcuno che ti faccia pesare quello che hai fatto, altrimenti finiresti per dimenticartene.»
    «O magari sei tu che hai bisogno di me» aveva obiettato Ronnie. «Se ci fai caso, sei sempre tu a chiamarmi.»
    «È logico: anch’io non ti chiamerei se ti avessi fatto quello che tu hai fatto a me.»
    Ronnie aveva insistito: «Io non ti ho fatto niente di male. Tu ti diverti e basta a farmelo credere. Rick non potrà mai tornare indietro, ma questo non significa che i nostri errori siano soltanto miei, come ti piacerebbe che fosse.»
    «Io amavo Rick e se solo esistesse un minimo di giustizia tornerebbe qui soltanto per ucciderti!» aveva ribadito Kelly. «Lo amavo come non ho mai amato nessuno, lo amavo come non potrò mai amare nessuno... Lo amavo con la stessa forza con cui odio te e tutto quello che hai fatto e per quello che mi hai costretto a fare!»
    Ronnie aveva riaperto la porta, pronto ad andarsene. Non era certo stato lui a suggerire a Kelly di spingersi troppo oltre pur di nascondere la verità, ma era avvenuto l’esatto opposto.
    «È facile dire di avere amato qualcuno quando è troppo tardi per dimostrarglielo» le aveva fatto presente, prima di uscire. «Probabilmente all’epoca pensavi che Rick fosse uno come tanti, uno di cui potevi sbarazzarti non appena ti fosse capitata un’occasione migliore...»
    Non aveva aspettato che Kelly replicasse, anche perché avrebbe finito per sputare una delle sue mezze verità, nelle quali sembrava addirittura che fosse stata lei stessa a morire quella notte maledetta.
     
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