Anime di metallo

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  1. Milly Sunshine
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    Va bene, sei accontentata.
    Comunque so qual è il motivo principale per cui pretendi il seguito. :P Ebbene sì, avrai le risposte che cerchi a proposito del tuo personaggio preferito. XD



    «Lavora per lo studio commerciale di suo padre» lo informò Kelly. «O almeno era quello che faceva l’ultima volta in cui ho sentito parlare di lui.»
    «È stato molto tempo fa?»
    «No.»
    «Anche tu potresti essere più chiara» precisò Michel. «Il tempo, che io sappia, si misura in anni, mesi, settimane...»
    «Giorni, ore, minuti, secondi...» ribatté Kelly. «Se proprio lo vuoi sapere, è stato non più tardi di due o tre mesi fa.»
    «Quindi Ronnie abita ancora da queste parti» osservò Michel.
    Kelly annuì.
    «Purtroppo sì.»
    «Ce l’hai ancora con lui?»
    Kelly sospirò.
    «Dobbiamo parlarne per forza?»
    «Un giorno, forse, mi spiegherai che cosa ti ha fatto di male.»
    «Non ho alcuna intenzione di toccare questo argomento» replicò Kelly, decisa. «Comunque non ce l’ho con lui per nessuna ragione.»
    «Va bene, non faccio domande.»
    «Conoscendoti mi sembra improbabile.»
    «Volevo dire che non farò domande che ti riguardano in prima persona» puntualizzò Michel. «Però non puoi chiedermi di fingere che tu non sappia che fine ha fatto Ronnie.»
    «Ti interessa così tanto?»
    «Direi di sì. È una delle ragioni per cui sono venuto qui.»
    «Pensavo che fossi venuto allo Starlit Cafè perché ti interessavo io!» ribatté Kelly. «Non mi dire che invece...»
    «È un piacere rivederti» rispose Michel, con sincerità, «Ma non sono qui soltanto per questo. Come ti ho detto, non sapevo che ti avrei incontrata.»
    «E allora che cosa ti ha portato a pensare che, se avessi incontrato qualcun altro, questo ti avrebbe parlato di Ronnie Craven così come se niente fosse?»
    «Diciamo che non ero convinto di vederti, ma che ci speravo molto.»
    Kelly annuì.
    «Così mi piaci. Finalmente ti stai degnando di fornirmi spiegazioni logiche.»
    «Tu invece ti stai perdendo in chiacchiere» osservò Michel. «Sai dirmi se Ronnie è sposato?»
    Kelly sospirò.
    «Che cosa sono questi pettegolezzi da parrucchiera?»
    «Ti è così difficile dire di sì o di no?»
    «No.»
    «Nel senso che non ti è difficile?»
    «Nel senso che Ronnie non è sposato.»
    Michel annuì.
    «Bene, a quanto pare almeno un’informazione sono riuscito a ottenerla.»
    «Sono felice che tu sia soddisfatto» ribatté Kelly. «Non ne avrai altre.»
    «Sì, invece» replicò Michel. «Voglio sapere se ha una ragazza... e in tal caso come si chiama.»
    «Non credo che questi siano cazzi tuoi.»
    «Lo credo anch’io» ammise Michel.
    Kelly gli indicò la porta.
    «Allora sparisci!»
    «Niente affatto» insisté Michel. «Ronnie ha una ragazza?»
    «Può darsi» rispose Kelly. «Nessuno, però, mi viene a riferire fatti relativi alla sua vita privata. In questa zona ci abitano molte persone discrete... sempre ammesso che tu sappia che cos’è la discrezione!»
    «Anch’io sono una persona discreta» obiettò Michel. «Ho i miei buoni motivi se ti sto facendo certe domande.»
    «Hai mai pensato di consultare un elenco telefonico?» gli suggerì Kelly. «Potresti trovare il numero di Ronnie, chiamarlo e chiedere certe cose direttamente a lui.»
    «Non mi sembra opportuno» replicò Michel. «Non lo vedo da secoli.»
    «Ti ricordo che anch’io e te non ci vedevamo da secoli.»
    «Su questo hai ragione.» Pensando che non avrebbe più ottenuto altre risposte, Michel prese il portafoglio che teneva in tasca. «Quanto ti devo?»
    «Niente.»
    Michael ridacchiò.
    «Non hai perso le vecchie abitudini.»
    «Non ti faccio pagare, ma a una condizione» precisò Kelly. «Non devi più tornare a farmi domande.»
    Michel annuì.
    «Vedrò cosa posso fare.»
    Prese la bottiglia e si diresse verso la porta.
    «Aspetta» lo pregò Kelly, mentre stava per uscire.
    Michel si girò lentamente e la vide appoggiata al tavolino sul quale si trovava il giornale.
    «Dimmi.»
    «Ronnie ha una figlia.»
    Michel strabuzzò gli occhi.
    «U-una figlia?»
    «Ti pare così strano?» replicò Kelly. «È normale che la gente metta al mondo dei figli.»
    «Suppongo di sì.»
    Kelly ridacchiò.
    «Ora vuoi sapere anche chi è la madre?»
    «Non ti ho fatto questa domanda» obiettò Michel.
    «Ma impazzisci dal desiderio di saperlo.»
    «Sì.»
    «Si chiama Maya, è la figlia di un imprenditore di Starlit Spring» gli rivelò Kelly. «Hanno avuto una storia, sei o sette anni fa. Si sono lasciati quasi subito, ma ormai il danno era fatto.»
    «Intendi dire che lei è rimasta incinta?»
    Kelly annuì.
    «Non mi sembrava così difficile arrivarci.»
    «Già.»
    «Ora, però, vattene.»
    Michel sorrise.
    «Quanta fretta!»
    «Eh già.» Kelly abbassò lo sguardo. «Pensa, mi stavo dimenticando addirittura di chiederti di te e di Yuma.»
    Michel spalancò la bocca e, per qualche istante, non fu in grado di proferire parola.
    «Y-Yuma?»
    Kelly lo fissò.
    «Forse ho toccato un tasto dolente.»
    «Devo andare, Kelly» si affrettò a congedarsi Michel. «Ho molte cose di cui occuparmi.»
    Mentre usciva per poco non si scontrò con un ragazzo sulla ventina che entrava, seguito da una ragazza dai capelli biondi, in apparenza ancora più giovane di lui, dal cui sguardo Michel si sentì quasi trafitto.
    Udì distintamente la voce di Kelly che esclamava: «Eric, che sorpresa! Cosa ci fai qui a quest’ora? Vedo tra l’altro che non sei solo!»
    Prima che la porta si richiudesse, Michel sentì chiaramente la voce di Eric.
    «Lei è una mia amica, l’ho conosciuta qualche mese fa.»
    «L’amica che abita insieme a te?» ribatté Kelly.
    «Proprio quella. Si chiama...»
    La porta si richiuse prima che Michel facesse in tempo a udirne il nome.
    Per un attimo si sentì spaesato, proprio come si era sentito due settimane prima, quando si era accorto che Pamela Custer non era esattamente chi credeva, poi finì per togliersi dalla testa quella strana sensazione. Per quale motivo avrebbe dovuto insospettirsi dall’occhiata che gli aveva lanciato un’adolescente sconosciuta di Starlit Spring?
    “Dovrei farmi meno fantasie” decretò. “È matematicamente impossibile che l’amica di Eric - chiunque sia Eric - mi conosca. E soprattutto dovrei farmi meno fantasie in un momento come questo.”
    Kelly gli aveva chiesto notizie di Yuma, e Michel non riusciva a spiegarsi il perché.
     
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