Anime di metallo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Milly Sunshine
        +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Founder
    Posts
    70,943
    Scrittore
    +1,079

    Status
    Anonymous
    Parte conclusiva del capitolo 31.




    «Ehi, Ronnie!» sbottò Kelly, vedendoselo ricomparire davanti. «Non usa più salutare prima di andarsene?»
    Ronnie alzò gli occhi e la guardò. Sembrava smarrito, come se si fosse appena ritrovato di fronte a una realtà troppo inquietante per essere accettata a cuor leggero.
    «Scusami, Kelly.»
    Si girò e fece per andarsene.
    «Aspetta!» lo pregò lei. «Sembra che tu abbia appena visto un fantasma!»
    «Forse è proprio così» replicò Ronnie. «Dipende tutto da che cosa intendi per fantasma.»
    Kelly alzò gli occhi al cielo.
    «Tu sei un caso disperato!»
    «Sì, ammetto che è così.»
    «Non capisco che cosa ti stia succedendo, ma... riguarda... riguarda Rick?»
    «No, non riguarda Rick» la rassicurò Ronnie. «Puoi tranquillamente continuare a fingere di avere la coscienza più pulita della mia. Anzi, non si tratta di finzione: di fatto tu hai soltanto manomesso la scena di un incidente, non hai provocato la morte di nessuno.»
    Kelly abbassò lo sguardo.
    «Quello che ho fatto è più che sufficiente per non dormire sonni tranquilli.»
    «Non so cosa farci» ammise Ronnie. «Anch’io, quando chiudo gli occhi, rivedo tutto quello che è successo.»
    «Purtroppo credo che non ci sia soluzione.»
    «Forse no. Io, però, credo di averne trovata una.»
    Le voltò le spalle e se ne andò.
    Kelly fu tentata di trattenerlo, ma preferì evitare. Ronnie era troppo sconvolto, qualunque ne fosse il motivo, per fare una conversazione sensata. Non poteva avere trovato una soluzione, perché non c’erano soluzioni. Presto se ne sarebbe reso conto anche lui, e non sarebbe cambiato niente: la loro maledizione era l’eterno rimorso, che non avrebbe mai potuto spegnersi.

    Ronnie entrò in casa con la consapevolezza di essere completamente solo.
    “Meglio così.”
    Yuma aveva il diritto di sapere, di questo ne era più che certo. Una lettera, viste le circostanze, era il modo migliore per confidarle tutto ciò che aveva fatto.
    Lei e Michel stavano per trasferirsi, gli aveva confidato quella mattina al telefono, perciò aveva soltanto un modo per raggiungerla.
    Si sedette, prese un foglio e iniziò a scrivere.

    Starlit Spring, 29 maggio 1990

    Cara Naive,
    quando riceverai questa lettera le cose saranno molto cambiate rispetto a un tempo, ma ti chiedo di non preoccuparti per questo.
    Qui dentro troverai un’altra busta: ti chiedo di consegnarla a Yuma, perché mi è impossibile spedirgliela o recapitargliela di persona.
    Ti prego di non leggerla e di fargliela avere: per lei potrebbe essere essenziale venire al corrente di alcuni fatti che ho deciso di narrarle.

    Ti auguro buona fortuna per tutto.
    Saluti a te e a Heaven.

    Ronald Craven

    Rilesse le sue parole: erano le migliori che avrebbe potuto trovare. Non conosceva molto bene Naive, ma era sicuro che non avrebbe esitato a recapitare a Yuma la sua lettera, una lettera che sarebbe stato molto più complicato scrivere. Non per questo, però, aveva intenzione di perdersi d’animo: sapeva di non avere altre vie d’uscita.
    Prese un altro foglio e ricominciò a scrivere.

    Cara Yuma,
    dopo la nostra telefonata di stamattina ero seriamente intenzionato a lasciarti vivere la tua vita senza alcuna interferenza o intromissione, ma in questo momento ritengo che sia necessario metterti a conoscenza di una parte di verità che ancora ignori. Ti assicuro, in ogni caso, che questa sarà l’ultima volta in cui mi metterò in contatto con te; dopo avere letto questa lettera sarai finalmente libera dalla mia presenza e, ne sono sicuro, non potrai certo rimpiangermi. Ti chiedo solo di avere la forza di leggerla fino in fondo, con la consapevolezza che poi non sentirai mai più parlare di me.
    Credo che sia opportuno iniziare dall’inizio. Mi hai detto più di una volta che la morte di tua madre fu l’inizio delle tue disgrazie e che chi la uccise era, almeno in parte, responsabile di quello che stava accadendo con tuo padre. Credo fermamente che limitare a chi la uccise la responsabilità di quanto successe dopo non sia abbastanza: anche chi vide qualcosa, chi avrebbe potuto impedire che tua madre morisse, deve essere considerato ugualmente colpevole e...

    Ronnie continuò a scrivere ancora a lungo, cullato dal silenzio della casa dei suoi genitori dove anche Yuma era stata due mesi prima, quando ancora credeva che ci fossero speranze, che la donna a cui aveva negato il proprio aiuto fosse riuscita a cavarsela da sola.
    Non era andata così: era morta, abbandonando la sua famiglia... abbandonando le sue figlie tra le mani di un maniaco.
    Fu tentato più di una volta di interrompersi, di strappare quella lettera in pezzi talmente piccoli da rendere impossibile ricostruirla a chi avesse tentato quell’impresa. Non si fermò soltanto perché Yuma meritava di sapere: la sua vita era stata distrutta, non poteva continuare a ignorare chi fosse il responsabile.
    Quando terminò, rilesse ogni singola frase, convinto che tutte le parole fossero al posto giusto. Forse Yuma avrebbe capito che il suo più grande desiderio era quello di tornare indietro e di aggiustare tutto. In ogni caso, non avrebbe avuto importanza.
    Decise di aggiungere ancora qualcosa, una sorta di conclusione, le ultime parole che avrebbe rivolto a Yuma.

    A questo punto mi sembra di immaginare la tua voce che mi chiede: “Non hai paura di perdere tutto?” È proprio quello che potresti domandarmi se fossi qui e la mia risposta è no, non ho paura: so che chi ha già perso tutto non ha più nulla di cui preoccuparsi.
    Un tempo speravo che le nostre anime di metallo potessero fondersi e diventare una cosa sola, ma soltanto il fuoco può fondere il metallo e il fuoco può soltanto distruggere.
    Quando anche l’ultimo spiraglio di luce viene meno ci sono due possibilità: arrendersi alla morte o continuare a vivere. Sono convinto che la tua luce non smetterà mai di brillare e che per te non sarà mai necessaria una scelta.
    Dimenticati di me. Ti ho amata con tutte le mie forze e ti amo ancora, ma non merito di essere ricordato.

    Addio.

    Ronnie


    Ripiegò la lettera in quattro parti e la ripose in una busta, che infilò in una più grande insieme a quella per Naive. Riportò l’indirizzo al quale doveva essere inoltrata, poi prese un altro foglio, per l’ennesimo messaggio che doveva scrivere.
     
    Top
    .
587 replies since 18/5/2013, 16:33   3129 views
  Share  
.