Anime di metallo

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  1. Milly Sunshine
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    Ecco anche la parte finale del capitolo.



    Yuma teneva gli occhi spalancati nel buio della stanza in cui dormiva. Le capitava spesso di faticare a prendere sonno, ma rigirarsi nel letto alle quattro significava averlo fatto per oltre tre ore, e questo senza ombra di dubbio non la soddisfaceva affatto.
    Aveva trascorso un pomeriggio meraviglioso insieme a Ronnie e, per qualche oscura ragione, ne sentiva la mancanza. Era forse perché sapeva che presto sarebbe partito per tornare a Black Hill e non aveva idea di quanto si sarebbero rivisti? Sotto quell’aspetto anche Michel le mancava, così come le mancavano Heaven e Naive. Non poteva essere niente di diverso... ma allora perché non riusciva a dormire?
    Si rifiutava che la causa fosse l’incontro che aveva fatto dopo avere abbandonato la casa della famiglia Craven.
    Uscendo aveva incrociato un ragazzo di poco più giovane di Ronnie al quale non aveva fatto molto caso. Si era accorta solo successivamente che lui, anziché proseguire per la propria strada, aveva preso a seguirla.
    Per un attimo, quando le era arrivato alle spalle, si era spaventata, ma lui se n’era accorto subito e l’aveva rassicurata: «Non è di me che devi avere paura.»
    Yuma l’aveva guardato a lungo, in silenzio, sperando che lui aggiungesse qualcosa che potesse dare un senso a quelle parole. Quando si era accorta che lui non sembrava intenzionato a farlo, si era rassegnata a chiedergli: «Chi sei?»
    Lui le aveva teso la mano, che Yuma gli aveva stretto, seppure riluttante.
    «Ralph Craven, piacere di conoscerti.»
    Doveva essere il fratello di Ronnie, anche se non gli somigliava tanto. Ralph aveva i capelli dai riflessi dorati e gli occhi azzurri. Era un bel ragazzo, aveva valutato Yuma, anche se la sua bellezza era diversa da quella di Ronnie.
    «I-io s-sono...» aveva balbettato, «...Yuma.»
    «È un vero piacere conoscerti, Yuma» aveva ribadito Ralph. «Immagino che tu sia un’amica di Ronnie.»
    «Beh, sì. Per caso ti ha parlato di me?»
    «No. Io e mio fratello parliamo soltanto se sentiamo il bisogno di insultarci, quindi non ho mai sentito il tuo nome prima d’ora.» Ralph l’aveva osservata con uno sguardo insistente, quasi fastidioso. «Devo ammettere che Ronnie ha buon gusto in fatto di ragazze, al giorno d’oggi. Tu sei molto più carina di Kelly.»
    «Di chi?»
    «Niente, lascia stare. Vedo che non ti ha parlato dei suoi scheletri nell’armadio.»
    «Chi è Kelly?»
    «Non ha importanza» le aveva assicurato Ralph. «Sono sicuro che al giorno d’oggi Ronnie non ha occhi che per te.»
    «Credo che tu non abbia capito come stanno le cose tra noi due» aveva replicato Yuma. «Io e lui siamo soltanto amici.»
    «Quando Ronnie conosce una ragazza, di solito non rimangono mai soltanto amici molto a lungo» aveva obiettato Ralph. «Prima o poi le cose cambieranno.»
    «Non accadrà. Sono già impegnata.»
    «Un buon motivo, allora, per stare lontana da mio fratello.»
    «Non ho motivi per allontanarmi da lui. È un caro amico del mio ragazzo ed è una delle poche persone che si sono sempre comportate gentilmente nei miei confronti.»
    «Le apparenze ingannano» aveva puntualizzato Ralph. «Ronnie è molto più pericoloso di quanto tu possa pensare.»
    Yuma non aveva potuto fare a meno di scoppiare a ridere.
    «Stai delirando.»
    «Ti assicuro che non è così. Dovresti scappare a gambe levate, invece lo accompagni a casa e rimani da sola con lui...»
    «Da come ne parli sembra che Ronnie sia un serial killer.»
    «Non ho detto questo.»
    «Ma stai insinuando che voglia farmi del male.»
    «Non ho detto che vuole farti del male» aveva precisato Ralph. «Magari accadrà involontariamente, ma sono sicuro che te ne farà.»
    «Per caso sei stato diseredato e ce l’hai con lui per questo?» aveva replicato Yuma. «Altrimenti devo pensare che tu abbia semplicemente troppa fantasia.»
    «Avevo messo in conto che tu potessi non credermi, ma non pensavo che fossi così tenace. A quanto pare ti ha già fatto il lavaggio del cervello al punto tale da non permetterti di riconoscere la verità dalla menzogna.»
    «Confermo, hai molta fantasia. Potresti diventare un ottimo scrittore di romanzi.»
    Ralph aveva annuito.
    «Forse, ma mi dispiacerebbe se tu non fossi in condizione di leggerli.»
    «Se è questo che ti preoccupa, non sono analfabeta.»
    «Non era a questo che mi riferivo. Vedi, Oona...»
    Yuma l’aveva corretto: «Yuma, non Oona.»
    «Ecco, lo vedi?» aveva replicato Ralph. «Mi interrompi per delle sciocchezze da niente!»
    «Il mio nome non è una sciocchezza da niente!»
    «Quello che stavo cercando di dirti» aveva ripreso Ralph, «È che, quando hai a che fare con Ronnie, non puoi mai sapere quanto a lungo vivrai.»
    «Perché, in alternativa hai la possibilità di saperlo?» aveva obiettato Yuma. «Il tuo discorso non ha senso.»
    «Forse non ne ha adesso, ma un giorno capirai. Hai detto che hai già un ragazzo...»
    Yuma l’aveva interrotto: «Questo non c’entra assolutamente niente.»
    «Sì, invece» aveva insistito Ralph. «Ronnie finirà per distruggere quello che c’è tra di voi, se glielo permetterai.»
    «Non lo farà.»
    «Credimi, Oon... Yuma.»
    «Mi dispiace, ma non ho motivo per crederti.»
    «Quando Ronnie ha qualcosa a che fare con una ragazza, lo fa sempre con uno scopo» aveva aggiunto Ralph. «È sempre stato così fin da ragazzino. Pensa che a quindici anni è riuscito a sedurre una ragazza più grande e ad avere una storia con lei. Era la figlia di amici di famiglia e la conosceva fin da quando era bambina. Era la sua migliore amica e improvvisamente è diventata, di punto in bianco, la sua ragazza.»
    «Non vedo che cosa ci sia di male. Probabilmente a quella ragazza non dispiaceva l’idea di avere una storia con lui.»
    «È stato qualcosa di... sconveniente.»
    «Sconveniente? E, sentiamo, che cosa ci trovi di così sconveniente?»
    «Non ha importanza, è una storia di dieci anni fa» aveva ammesso Ralph, già pronto a cambiare discorso. «Quello che conta è che tu capisca con chi hai a che fare. Devi scappare finché sei in tempo, prima che possa sedurre anche te.»
    «Partendo dal presupposto che non ho alcuna intenzione di cedere alle sue ipotetiche avance, che cosa ti cambierebbe se accadesse?»
    Yuma si era accorta che quelle parole l’avevano spiazzato. Per un attimo Ralph l’aveva fissata senza essere in grado di darle una risposta.
    «Personalmente non mi cambierebbe niente» aveva concluso Ralph, «Ma ci tenevo a metterti in guardia.»
    «Non è così» aveva obiettato Yuma. «La verità è che detesti tuo fratello al punto tale da desiderare che tutti si allontanino da lui. Purtroppo hai fatto male i tuoi calcoli: di quello che pensi tu me ne sbatto, sono capace di distinguere da sola chi ci tiene davvero a me e chi no.»
    Se n’era andata lasciandolo di stucco, decidendo che non avrebbe dato la benché minima importanza alle sue parole. Si ritrovò a sorprendersi di se stessa, mentre rimuginava su quell’insolita conversazione. Si domandò che cosa fosse a turbarla così tanto. Di sicuro non il fatto che Ronnie potesse essere potenzialmente pericoloso, quella era un’assurdità bella e buona! Forse era l’eventualità che Ronnie potesse davvero avere un secondo fine nei suoi confronti? Non era squallido al punto tale da mostrarsi gentile nei suoi confronti solo perché sperava di portarsela a letto. C’era chi sosteneva che tra un uomo e una donna potesse esserci anche un legame più profondo, ma Yuma non ne era convinta.
    «È perché tu non hai mai avuto modo di conoscere il vero amore» le ripeteva sempre Naive. «Vedrai che un giorno cambierai idea.»
    Non sarebbe andata così. Gli uomini si dividevano in due categorie: quelli che vedevano le donne come oggetti con cui divertirsi e quelli che le consideravano persone con cui divertirsi. Michel apparteneva alla seconda categoria e questo le bastava.
     
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