Anime di metallo

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  1. Milly Sunshine
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    Questa è la prima parte del capitolo 22 e in tutta sincerità mi pare un po' scialba... ha comunque il lato positivo di svelare, almeno in parte, qualcosa su Ronnie e Maya, per la quale prevedo un ruolo decisamente più ampio nella terza parte. :woot:



    Capitolo 22.
    Non c’era niente di più rassicurante di una casa vuota per chi tentava di sfuggire ai propri fantasmi. I suoi genitori non c’erano, mentre Ralph era uscito con Aaron, uno dei suoi amici, con cui Ronnie non aveva mai avuto molto a che fare. Avrebbe potuto essere un giorno come tanti, un giorno che presto avrebbe dimenticato, archiviandolo come insignificante, ma mentre si perdeva ad ammirare le lancette di una sveglia che segnava le tre e ventisette minuti udì il campanello suonare.
    Si diresse svogliatamente alla porta, sperando che si trattasse di qualcuno che fosse possibile liquidare in pochi secondi.
    Aprì.
    I suoi occhi si specchiarono in quelli di Maya.
    «E tu cosa ci fai qui?»
    Maya sorrise.
    «Complimenti per l’accoglienza! È meglio che me ne vada?»
    «Sì.»
    Ronnie avvampò. L’aveva detto davvero?
    Maya, però, non gli parve offesa.
    «È raro trovare una persona così sincera.»
    «Più che sincero, mi definirei scortese» ammise Ronnie. «Non era certo la risposta più opportuna da dare.»
    «Almeno non mi hai sbattuto la porta in faccia» ribatté Maya. «Mi hai lasciato la possibilità di scegliere che cosa fosse più opportuno fare.»
    «E cos’avresti deciso?»
    «Mhm... forse che vale la pena di tormentarti ancora un po’. Lo sai, non sono mai stata brava a farmi da parte quando era il caso...»
    «Mi stai dicendo che resterai» dedusse Ronnie. «Tutto sommato potrebbe essere una buona idea. Che cosa ne diresti di entrare?»
    «Dico che sei tutt’altro che scortese e che mi fa un gran piacere rivederti... stavolta in circostanze migliori rispetto a quelle di ieri sera. A proposito, come stai?»
    «Bene.»
    Era la verità. A parte un graffio sul polso sinistro, da cui il rapinatore gli aveva strappato l’orologio, una piccola ferita sulla fronte e un livido sullo zigomo destro non aveva riportato altre conseguenze.
    «Ne sono felice.»
    «E io... sono felice che tu sia qui.»
    Maya fece un passo avanti e chiuse la porta alle proprie spalle.
    «Cosa ne dici di andare a fare un giro?»
    «Dove?»
    «In giro, da qualche parte.»
    Ronnie si sentì inorridire.
    «Vuoi dire... a quella dannata fiera?»
    Maya annuì.
    «Anche.»
    «Non mi pare il caso. Ci saranno tante persone che conosco e...»
    «Appunto» lo interruppe Maya. «Non credi che qualcuno potrebbe essere molto soddisfatto di rivederti?»
    «Non lo penso affatto.»
    Maya rise.
    «Non cambierai mai.»
    Ronnie abbassò lo sguardo.
    «Invece sono cambiato tanto, rispetto a una volta.»
    «Tutti cambiano. Anch’io non sono più la bambina che è cresciuta insieme a te; anch’io sono cambiata.»
    Ronnie non poté fare a meno di sorridere.
    «Lo vedo. Sei diventata molto più bella. Se non sapessi già che tra noi non può funzionare, farei dei pensieri non troppo eleganti su di te.»
    Maya gli mostrò un radioso sorriso.
    «Mi piacerebbe proprio sapere quali siano questi pensieri non troppo eleganti...»
    Ronnie si chiese se stesse scherzando o se dicesse sul serio.
    La vide riflettere per un istante, poi la sentì mentre gli domandava: «Che cosa ne penserebbe Yuma dei tuoi pensieri non troppo eleganti nei miei confronti?»
    Ronnie spalancò gli occhi.
    «Y-Yuma?»
    «Temo che ieri sera tu mi abbia scambiato per lei» precisò Maya, «Chiunque sia.»
    «Ah, già...»
    Era stato davvero stupido a pronunciare il nome della ragazza che... No, non poteva pensare certe cose a proposito di Yuma, era un’idea che la sua mente si rifiutava di concepire.
    «Sai, per un attimo l’ho invidiata» gli confidò Maya. «Un tempo avrei tanto voluto che il mio futuro fosse accanto a te.»
    «A quell’età non si pensa al futuro» replicò Ronnie. «È passato talmente tanto tempo da quando stavamo insieme che non ricordo nemmeno quando sia stato esattamente...»
    «Hai una pessima memoria per queste cose» ribatté Maya. «Io avevo diciassette anni, tu quindici. Se ripenso a quanta gente mi ha preso in giro perché stavo insieme a un ragazzo più giovane...»
    Ronnie non la lasciò finire: c’era qualcosa di più importante che doveva mettere in chiaro.
    «Yuma non è la mia ragazza.»
    Maya gli parve perplessa.
    «Ah, no? Dal tono con cui la invocavi...»
    «Non so nemmeno io che cosa mia sia passato per la testa. Yuma è soltanto un’amica... una mia cara amica che ho conosciuto a Black Hill.»
    «Anche noi eravamo amici prima di metterci insieme» gli ricordò Maya. «Magari anche tra voi potrebbe succedere la stessa cosa, prima o poi, e magari con più successo di quanto ne abbiamo avuto io e te.»
    «Mi sembra molto improbabile» si limitò a rispondere Ronnie, sperando che Maya non aggiungesse altro in proposito.
    La sua amica parve quasi leggergli nella mente, da come si affrettò a cambiare discorso.
    «Ti bastano dieci minuti?»
    «Per fare cosa?»
    «Per prepararti.»
    «Prepararmi per cosa?»
    Maya alzò gli occhi al cielo.
    «Per andare a fare un giro.»
    Ronnie sospirò.
    «Dobbiamo proprio uscire?»
    Maya sorrise.
    «Così pare.»
    «Non mi sembra una grande idea.»
    «In effetti no» ribatté Maya. «Mi pare di capire che non ci sia nessuno in casa, a parte te. Il tuo rifiuto di uscire potrei interpretarlo come una volontà di tradurre in realtà quei pensieri non troppo eleganti...»
    Ronnie non riuscì a trattenere una risata.
    «Va bene, hai vinto tu» si arrese, mentre Maya lo guardava con occhi carichi di ammirazione. «Vado a prepararmi per uscire.»
     
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