Anime di metallo

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  1. Milly Sunshine
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    A Michel non sfuggì come Kelly l’avesse fulminato con lo sguardo, ma fortunatamente Natascha Harris – perché non aveva dubbi: la ragazza che aveva di fronte era proprio quella della fotografia che gli aveva mostrato Dean Tray, e ancora non riusciva a spiegarsi come potesse essere stato così fortunato da ritrovarsela davanti quasi magicamente quando meno se lo aspettava, mentre il suo impegno nel cercarla per giorni si era sempre tradotto in un nulla di fatto – non sembrava essere fatta dello stesso stampo. Anzi, sorrideva piuttosto estasiata mentre osservava: «È bello che ci siano ragazzi che si chiedono davvero che cosa serva per piacere alle donne. Alla maggior parte non importa nulla... per fortuna Dean non è così!»
    Michel era perfettamente consapevole che poteva trattarsi di un caso di omonimia, d’altronde Tray non poteva essere certo l’unico, sulla faccia della Terra, a portare quel nome. Sarebbe stata comunque una coincidenza molto curiosa e, dal momento che era sempre stato piuttosto scettico sulla validità di quelle che sembravano essere coincidenze curiose e che era solito credere soltanto a ciò di cui poteva essere sicuro al cento per cento, si era detto che valeva la pena di raccogliere informazioni aggiuntive. Non gli sarebbe stato molto difficile scoprire se quel Dean per cui Natascha Harris sembrava letteralmente impazzita fosse lo stesso che gli aveva suggerito di cercarla.
    «La puttana che mi sono portato a casa ieri sera non ne voleva sapere» gli aveva spiegato Dean, nel corso del loro primo incontro, per giustificare il suo ritardo. «Dato che mi ha fatto divertire parecchio e che costava poco forse ho tardato un po’.»
    Poteva trattarsi proprio di Natascha? Non gli sembrava il tipo di ragazza che accettasse di avere rapporti sessuali a pagamento, ma probabilmente rientrava in una categoria che avrebbe potuto ugualmente piegarsi alle volontà di Dean Tray: in apparenza era esattamente il tipo di ragazza disposta a pendere dalle labbra da chiunque aprisse il portafoglio con una certa facilità. Michel dedusse che se un uomo come Dean avesse offerto una cena a Natascha o le avesse regalato qualcosa di costoso – magari qualche capo di abbigliamento firmato e all’ultima moda – avrebbe probabilmente avuto un’elevata probabilità di successo.
    Era il momento di passare all’azione perciò Michel, mostrandole un radioso sorriso, le chiese finalmente: «Allora, mi vuoi dire qualcosa di più a proposito di quest’uomo così eccezionale che hai avuto modo di conoscere?»
    L’espressione estasiata di Natascha si fece ancora più accentuata.
    «Non appena ho sentito la sua voce ho capito che era l’uomo dei miei sogni. È un tipo con la testa a posto.»
    A Michel non sfuggì l’occhiata perplessa che Kelly aveva lanciato a Natascha.
    «Forse la tua amica non è del tutto convinta.»
    Quelle parole bastarono per far scattare Kelly come una molla.
    «Quello che penso io non è affare tuo, Ronnie Craven secondo
    Natascha spalancò gli occhi.
    «R-Ronnie Craven?!» balbettò. «C-come il tipo ch-che... che ti sei scopata anni fa?»
    Kelly avvampò.
    «Io non...»
    «Oh, scusa, hai ragione, non avrei dovuto dirlo davanti a uno sconosciuto» ribatté Natascha. «E a quanto pare neanche davanti alle persone che conosci. Siete sempre stati riservati sotto questo proposito, no?»
    «Io non...» Ancora una volta Kelly s’interruppe. «Mi spieghi come ti vengono in mente certe assurdità?»
    Natascha rise.
    «Avevo solo sedici anni all’epoca, ma questo non significa che io fossi sorda e cieca. Certe cose le capivo già allora.»
    Kelly abbassò lo sguardo.
    «Forse hai interpretato male.»
    «O forse no» insisté Natascha. «Puoi stare tranquilla, comunque, sai che sono una persona riservata e che non vado a riferire in giro certe cose.»
    «L’hai fatto in questo esatto momento» obiettò Kelly. «Ne hai parlato davanti a uno sconosciuto. Comunque no, non si chiama Ronnie Craven... Diciamo che è una lunga storia che forse un giorno ti spiegherò. Parliamo piuttosto del tuo Dean. Tua sorella mi ha detto che è un tipo con i capelli lunghi che se ne va in giro con una giacca invernale anche quando fa caldo!»
    «Una giacca invernale?»
    «Qualcosa del genere!»
    «Magari una giacca di pelle?» propose Michel.
    Kelly lo fulminò con lo sguardo.
    «E tu che cosa ne sai?»
    «Era un’ipotesi...»
    Natascha, nel frattempo, annuiva con grande partecipazione.
    «Sì, è proprio una giacca di pelle! Gli sta benissimo, tra l’altro.»
    Kelly obiettò: «Se ti piacciono gli indumenti indossati fuori stagione...»
    Natascha sbuffò: «Che palle, Kelly! Perché tutti quelli che frequento io devono sempre essere giudicati per come si vestono? Almeno io frequento qualcuno!»
    «Fregatene» le suggerì Michel.
    Natascha si girò di scatto verso di lui.
    «Cosa?»
    «Fregatene» ripeté Michel. «Non spetta agli altri decidere chi è la persona giusta per te.»
    Natascha gli parve indecisa. Soltanto in quel momento Michel si rese conto che, oltre all’uomo della sua vita, quella ragazza cercava disperatamente l’approvazione altrui.
    In vista di questa considerazione riprese: «Immagino che tu sappia, ovviamente, perché non spetta agli altri.»
    Natascha lo guardò, dubbiosa.
    «Perché?»
    Michel sorrise.
    «Perché gli altri non lo possono sapere davvero. Soltanto tu puoi giudicare Dean, le altre persone magari lo fanno per invidia.»
    «Invidia?» s’intromise Kelly, infuriata. «Secondo te io... io invidio Natascha perché frequenta chiunque le metta un po’ di soldi sotto al naso?!»
    Questo era interessante, Michel non poteva negarlo.
    «Soldi?» domandò, senza rivolgersi alla diretta interessata.
    Quest’ultima, però, intervenne subito: «Tra me e Dean c’è stato un accordo economico, non mi ha dato dei soldi senza motivo.»
    «Tua sorella è molto preoccupata per questo» puntualizzò Kelly.
    «Mia sorella dovrebbe badare un po’ di più a sé stessa» replicò Natascha. «Quello che c’è tra me e Dean non la riguarda affatto.»
    «Parole sante» convenne Michel, convinto ormai che fosse sempre più semplice conquistare l’approvazione di Natascha. Bastava soltanto assecondarla. «Se ti ha proposto un accordo conveniente, hai fatto bene ad accettare.»
    Natascha annuì.
    «Forse mi darà l’occasione di lasciare il mio lavoro e la gente di merda con cui ho a che fare ogni giorno.»
    Kelly obiettò: «Secondo Victoria tu rischi di perderlo, quel lavoro! Pensi davvero che a quel tipo importi qualcosa?»
    Natascha sospirò.
    «Ovvio che gliene importa qualcosa, no?»
    «Quello che dici è assurdo» insisté Kelly. «Perché dovrebbe importargli qualcosa di quella dannata rosticceria e del fatto che ti troverai senza un’occupazione?»
    Natascha abbassò lo sguardo.
    «Dobbiamo continuare a parlarne ancora per molto? Mi ricordi Victoria... e questo non è certo un complimento!»
    Kelly alzò gli occhi al cielo.
    «Fai come ti pare, Nat, ma poi non dirmi che non ti avevo avvertita!»
     
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