Nulla è Nulla

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  1. WhysoBad
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    Eccomi! sono nuovo ed oggi posto una sottospecie di prologo scritto ieri sera dopo lavoro. Non ho avuto molto tempo per lavorarci sopra, quindi vi prego di scusarmi se c'e qualche errore qua e la. E la prima volta che scrivo percio ogni tipo di critica mi fara piu che bene! :)


    “La vita ci porta spesso a dover prendere decisioni molto difficili e strane, le scelte di cui continuamente la gente si sente privata sono davanti a noi e neanche ce ne accorgiamo. Ogni giorno sono decine le situazioni che potrebbero ribaltarci la vita in un attimo, ci passano davanti con quel dannato sorriso stampato in faccia e dopo qualche secondo svaniscono, senza darci la possibilità di raggiungerle. Io lo so bene, in questo momento li posso vedere limpidamente quei treni che portano le persone così lontane da loro stessi e da qualunque ideale o personalità avessero prima di salirci.
    Dannati treni… ognuno diverso dall’altro, di ogni forma colore e dimensione immaginabile. Non riesco a credere che alcuni riescano a salirci con tanta sicurezza, chi partirebbe mai per un viaggio organizzato in un secondo con destinazione e durata indefinita?
    La ferrovia mi ricorda molto il mare, quei milioni di binari intrecciati uno con l’altro con l’altro e tutte le loro direzioni giocano uno scherzo ai miei occhi, facendogli credere di vedere una distesa infinita liscia quanto l’orizzonte dell’oceano. Vorrei tanto riuscire a capire come si è costruito tutto questo, sarebbe impossibile per chiunque metter su una ferrovia di queste dimensioni.
    Tutto ad un tratto nulla ha più senso per me, la confusione mi assale e nella testa mi stanno nascendo migliaia di domande. Eppure sono sicuro che sino a poco fa tutto nella mia vita stava procedendo secondo i piani, ed ora mi trovo qua, intrappolato chissà dove. L’unico indizio affidabile è che questo posto sembra essere sempre stato nella mia testa, ogni giorno venivo qua inconsciamente e mi pare di conoscere ogni dettaglio senza però ricordare nulla. Non sono agitato, spaventato, niente di tutto questo, mi trovo perfettamente in sintonia con tutto ciò che mi capita intorno.
    Penso che lo spettacolo presentatomi davanti faccia parte di una vita parallela, procede simultaneamente a tutto ciò che fa parte del nostro mondo quotidiano, ma perché nessuno ne parla mai? Eppure il rumore è assordante e le mie orecchie non riescono più a sopportarlo, la sola consapevolezza che tutto questo è reale non dovrebbe dare pace alla gente che invece continua a fregarsene ed andare per la propria strada, come se sapessero perfettamente quel che stanno facendo.
    Mi viene in mente lo sguardo di tutti coloro che vedo nella città in cui attualmente vivo, niente meno che Berlino. In una metropoli come quella non si può non fare a caso alle migliaia di persone che continuamente ti passano vicine, ma la cosa che più colpisce sono i loro occhi, portanti di un ossessionante sicurezza. Migliaia di razze, culture e religioni completamenti differenti l’una dall’altra che riescono però a soddisfare totalmente, o almeno così sembra, il continuo appetito di domande con risposta necessaria, ed allo stesso tempo ignota, di cui l’uomo è succube da sempre. Ogni tanto mi capitava di fermarmi e guardarmi intorno con aria spaesata, come se per un istante ogni sicurezza mi abbandonasse.
    -Perché tutta questa gente pensa di essere così importante? A nessuno qua importa nulla degli altri! Quindi perché ci sentiamo così fondamentali? Infondo tutti sene fregano di me come del resto del mondo. La mamma con il passeggino, il rappresentante in smoking, l’uomo con due stracci addosso che chiede carità, sono sicuro che se mi fermassi a parlare con chiunque di loro mi risponderebbe con una sicurezza quasi fastidiosa, come se sapessero perfettamente cosa fare e dove andare. -
    Queste erano le solite frasi che mi saltavano in mente in quei momenti nei posti più affollati; la verità è che i dolori, le delusioni, le gioie e tutti i sentimenti sono così forti ed incisivi da illuderci di essere qualcuno, ci coinvolgono così tanto da buttarci letteralmente in un mondo tutto nostro, ognuno con la propria routine, ognuno pensando di essere importante e di avere uno scopo. Penso che il vero obbiettivo lo manchiamo tutti i giorni e la nostra sicurezza ci allontana da tutto ciò che davvero dovrebbe importare.
    Personalmente non mi sono mai aspettato molto da questo mondo, tutto però è sempre andato nella direzione sbagliata ed ora non mi rimane che tanta rabbia repressa. Maledetta, mi sta logorando ogni giorno che passa e so di non essere l’unico. Non mi spiego come faccia questo minuscolo pianeta a sopportare tutta questa angoscia e questo dolore. Sicuramente se fossimo in grado di pesare un sogno infranto ci stupiremo nel vedere quanto possa essere pesante da farcene carico; ed invece siamo così forti da portarli sempre con noi, per il resto della nostra vita, continuando ad accumularne sempre più. Un muscolo invisibile che è in continuo allenamento, ogni giorno diventa sempre più forte per poter sopportare tutti i dolori.
    Infatti questa è l’epoca in cui tutti possono sognare ma pochi riescono ad ottenere, un’epoca in cui i prototipi ideali di vita vengono iniettati nelle persone attraverso film, tv, giornali, internet, fabbricando nel profondo un bisogno logorante di essere qualcuno che non saremo mai. In realtà tutto questo è fondamentale per farci concedere anche quel che non saremo mai disposti a vendere a nessuno: la nostra esistenza. Già, che cosa sono i soldi se non ore della nostra vita impiegate a fare qualcosa?
    Forse inizio a capire il motivo per cui sono qua, forse sto solo aspettando anche io il mio treno, ma dov’è? Perché sono l’unico su questo binario? Mi trovo in piedi, fermo immobile forse da ore senza avere la più pallida idea di cosa fare. Dovrei chiedere a qualcuno qualche informazione, ma tutte queste milioni di persone in questa stazione non parlano, sembra quasi che non vedano nessun altro a parte loro stessi con i loro treni ed ogni tentativo di approccio sarebbe totalmente inutile. Tutto questo è meraviglioso ed allo stesso tempo inquietante, l’atmosfera così priva di colori e passione con un chiasso tremendo da contorno mi sta iniziando a mettere i brividi, meglio iniziare a muoversi da qua, forse sono sul binario sbagliato.
    Qualcosa non va, non esattamente che cos’ho, perché sino a qualche secondo fa ero così tranquillo pur non sapendo dove mi trovo ma ora un senso di angoscia sta prevalendo, è come se sapessi che nulla è quel che sembra, come se qualcosa di cui non sono a conoscenza mi ha cambiato la vita strappandomela via lasciandomi nudo in un mare di disperazione, ecco i primi brividi. Che razza di gioco sadico è questo? Mentre sto qua impalato come un masso, ormai in preda alla paranoia, tutti continuano a salire sui treni, impassibili.
    Guardandomi a fianco noto una bellissima donna bionda con un lungo vestito rosso, senza scarpe ne calze ed osservarla mi riesce un po’ a tranquillizzare, la sua sicurezza ed il suo sguardo rivolto verso il proprio binario mi fanno pensare che questo non è un posto di cui aver paura. È il momento giusto per muovermi e chiedere informazioni. Il mio passo si trasforma in una disperata corsa nel vedere un treno arrivare davanti a lei, le grida non servono, sembra essere in un mondo totalmente suo ed in meno di dieci secondi la giovane donna scompare salendo.
    Eccomi completamente persuaso dalla disperazione e dalla solitudine, il mio pianto e le mie urla non vengono udite da nessuno, nemmeno dalle persone più vicine, nulla riesce distogliere il loro sguardo dal binario. Questo incubo deve finire, ormai ogni mio muscolo è completamente in preda al panico ed un’idea poco sana si genera nella mia mente.
    Le idee, nulla di più strano. Ti possono far vivere un sogno, possono renderti miliardario oppure farti sentire solo al mondo, renderti pazzo o, nei casi peggiori, ucciderti. Sono esattamente come l’universo, la prova inconfutabile che dal nulla può crearsi qualcosa. Le persone ogni giorno muoiono per difenderle, per proteggere ciò in cui credono offrono in sacrificio tutta la loro realtà, con tutti i bei momenti e le belle sensazioni di cui si fa carico. Improvvisamente tutto finisce, per cosa? Per un pallino immaginario che si crea dal nulla in noi, che può però ingrandirsi come un cancro anche senza accorgersene. Quante stragi, quante persone ho visto cambiare senza poterle più riconoscere sia esteriormente che interiormente solamente per un idea.
    Con i polmoni ormai stremati ed il sudore sulla fronte freddo come il ghiaccio prendo l’ultima rincorsa verso un treno appena partito, il mio cuore sembra che stia per uscire dal petto dalla forza con cui sta battendo.
    Qualche secondo e… il mio primo ed ultimo salto in un binario è stato fatto.”
     
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  2. Melvin II
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    Ciao il prologo mi piace. Mi piace il riferimento ai treni persi nella mia vita. Inizierai na sorta di romanzo autobiografico?.
    E' scritto bene e si legge con leggerezza. Continua!
     
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1 replies since 19/7/2013, 20:11   49 views
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