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| Grazie a tutti, per me è importante tutto quello che dite |
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| Grazie a tutti dei consigli, Hawke il tuo è fantastico! Penso proprio che lo utilizzerò, grazie mille!
Ps brixio, adoro Garrone quindi quello che hai scritto per me è un grandissimo complimento! Grazie mille |
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| Avevo pensato di strutturali come racconti separati ma nei quali (oltre lo specchio) si incastrano altri richiami alle altre storie |
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| Ciao a tutti, è un po' di tempo che ho un "progetto" che mi gira e rigira in testa: scrivere un libro sulla mia città. Mi spiego... ho sentito dire tante e tante volte che il modo migliore per scrivere è partire da quello che si vive e si vede. Ho iniziato a guardarmi veramente intorno, come risvegliata da un lungo sonno e mi sono accorta che la mia città non è altro (come tutte le città del mondo) che uno specchio della razza umana, in tutti i suoi pregi e difetti.
Ho iniziato ad appuntarmi ogni storia strampalata o interessante e per ora avrei (espressi in sintesi) queste storie:
-un uomo che soffriva della sindrome post-traumatica da stress che un giorno , convinto di essere ancora nella guerra del Golfo, si è affacciato ed ha iniziato a sparare
-un ragazzo di diciannove anni ha investito e ucciso una ragazza e suo padre nel bel mezzo del paese
-un profugo rifugiato in una struttura che si innamora di un'italiana che abita nell'edificio affianco
-una ragazza che partecipa ad un talent show e diventa una piccola diva nel suo quartiere
-una gang di ragazzini denunciata dai propri genitori
E per ora mi sono fermata ahahah Vorrei ci fosse però una sorta di "filo di Arianna", un elemento che sia presente in ogni storia e assuma un valore simbolico. Avevo pensato allo specchio, perchè è il riflesso della nostra interiorità e appunto perchè queste storie sono il riflesso della nostra "umana essenza".
Però ho paura che sia qualcosa di bello solo nella mia testa e quindi non riesco ad iniziare. Datemi un consiglio e se dovete essere brutali fate pure!
Grazie in anticipo! |
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| Qui, accanto al mio corpo, giace il tuo. Siamo esangui, bianchi e spogli: cadaveri di una vita passata. Gli occhi una volta labirintici e di fiamma, ora sono schegge di un vetro senz'anima.
Il niente intorno a noi, il niente dentro di noi. Muta la bocca e la parola, muta l'esistenza.
Respiriamo, ma è la vita a respirare noi.
Ci svegliamo ed è già domani. |
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| Grazie a tutti della lettura e grazie Tulit-Fert-Feret del consiglio... |
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| Ricordi i palazzi che muti ci osservavono? Il grigiore dell’estate che per noi non inverdiva mai. Il piacere di una musica che a noi non arrivava mai.
Ricordi i nostri genitori ci osservavano? Il silenzio violentato in casa nostra, troppe volte. Gli occhi di sangue in casa nostra, troppe volte.
Ricordi i nostri parenti ti osservavano? La sofferenza dilaniante in te, non più. La mia calda carezza su di te, non più. Te, non più. |
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| Bello il senso e il riferimento al mito. Personalmente non mi piace questo stile che definirei elegantemente arcaico , ma sono gusti e comunque è mirabile lo sforzo che comporta una scelta stilistica del genere. |
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| Grazie mille ad entrambi! |
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| Entra dentro me: viscerale, turpe, rude. Entra.
Entra dentro me: scoprimi, trovami, credimi. Entra.
Entra dentro me: graffiami, sgridami, irradiami. Entra.
Non solo nel corpo, ma nella mente e nelle vene. Nei polmoni, negli occhi. Sotto la pelle, nei denti. Sii fuoco dei lombi e acqua fresca. Sii sangue e aria. Sii metadone. |
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| Grazie mille!!! |
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| Vorrei ucciderti all'alba, nel silenzio dell'aurora straziare il tuo corpo, amarlo e abbandonarlo, poter abusare di te nel buio della gioventù, nella cattiveria misantropa, nel fioco battito di arteria. Io vorrei perchè ti amo. |
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51 replies since 23/6/2013
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