Scrittori della Notte: liberi di scrivere

Votes taken by Bruce M

  1. .
    Shini! *_*

    Anche io sono tornato a bighellonare qui da poco. E assistere al tuo ritorno... Mi rende felice, felice, felice! Specie con un post del genere, è scritto meravigliosamente e già questo per me è un'opera d'arte, uno dei tuoi miraggi. Sì, Shini, non sai che meraviglia sei, non lo sai davvero. *_*

    Bentornata! :*
  2. .
    Benvenuta tra noi Valeria! È un piacere avere tra noi qualcuno che ha realizzato il nostro stesso sogno! :D
  3. .
    Aggiornati i risultati con tutti i giudizi!
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    Io devo ringraziar Gab non solo per il video, ma per la canzone di sottofondo e l'immagine. Giuro, era perfettamente azzeccato, se avessi letto un prima avrei proprio proposto quella canzone e quell'altra immagine... Non posso che ringraziarti, sono commosso anch'io, soprattutto quando hai parlato tu...! Hai una voce stupenda, scherzi a parte. T_T
    Bellissima la sorpresa finale, Scrinottino... Sono anch'io sconvolto dal fatto che Antinea abbia pronunciato Antìnea e non Antinèa (meglio Antìnea, ovviamente, Muahahah. Tra l'altro hai una esse... sibilanteeee. Ahahah).
    Per il resto... Che altro dire, vi voglio tanto bene, grazie mille. *-*

    @Milù: Li ho inseriti questi niiiick, riascolta attentamente! :D
  5. .
    Come ogni anno, non ho poi molto da dirti, se non che tutto quanto hai costruito un giorno sarà delle foch ti ringrazio di cuore per tutto quello che hai fatto. Immagino sempre quel giorno in cui hai detto: "Bo', non ho un cazzo da fare, mo' creo un forum per scrittori!"
    È stata una grande idea. *-*
    Vi voglio bene tutti. (Ma a JT più di tutti).
    :)
  6. .
    Ci scusiamo per l'attesa... Ma alla fine, eccole qui! Gabriel è stata sostituita da Antinea il quale doveva sostituire Esteban che poi è tornato a sorpresa. Ma vabbè, beccatevi i risultati e basta! :D

    Antinea:

    1. Tutte siamo una (10 punti)
    2. Verrò tra dieci decimetri (9 punti)
    3. Il destino comune (8 punti)
    4. Addio Rina, domatrice di cavallette (7 punti)
    5. Così questo è dopo (6 punti)
    6. Dire addio a un'amica (5 punti)
    7. Leaves in autumn (4 punti)
    8. Addio (3 punti)
    9. La triste e dura verità (2 punti)
    10. Silver Aeon (1 punti)


    Bruce:

    Premessa: mi sarebbe piaciuto leggere qualcosa di veramente creativo. A parte pochi, il tema è stato affrontato in maniera statica: lacrime, pianti, bare... Ma si chiama torneo creativo, per cui, mi aspetto che la prossima volta facciate di meglio! :)


    1) Così questo è dopo
    Una vita per il lavoro: una società di automi, privi di qualsiasi emotività. Nessuna ragione per andare avanti, se non il lavoro stesso. Ma è davvero così? La madre regina è davvero così spietata e “gelida”? Avviene tutto solo per lei o per il bene della colonia?
    Originale il modo in cui il tema è stato trattato. Affascinante il concetto di “ritorno al formicaio” inteso metafisicamente, ma forse non affrontato al meglio.
    Non è stato trattato il tema della morte prematura di una formica; i tempi verbali non sono sempre appropriati: “Avrei voluto avvicinarmi, toccare le mie sorelle che lì giac(c)iono.”
    10 punti!

    2) Tutte siamo una
    Affascinante e, se non vado errato, allegorico: dopo averlo riletto più volte sono riuscito a cogliere un messaggio tra le righe, celato dietro la frase: “Non importa. Io non ti ho uccisa, Rina, ma non voglio che ti trovino”.
    Sono propenso a credere che effettivamente si tratti di un omicidio (o forse sarebbe più corretto dire: formicidio). E poi l’epilogo: prima che Rina venga spazzata via, ripulita dalle squadre di pulizia, le stesse squadre di polizia trovano l’assassina e la condannano. Forse tutto questo è solo frutto della mia fantasia? Saprai dirmelo, Manua.
    Ho apprezzato il tuo racconto: abbastanza ermetico; i profili dei personaggi evanescenti, atmosfera resa bene.
    Non è stato sviluppato un punto della traccia: “Cosa succede durante la cerimonia?” Nel racconto non si parla di una vera e propria cerimonia, ma di un funerale, una sepoltura clandestina che rende il tutto più affascinante, sì, ma devia un po’ dal tema. Scali di una posizione per questo!
    9 punti!

    3) Dire addio a un’amica
    Il racconto è molto introspettivo e poco creativo: ci si incentra più che altro sui sentimenti del protagonista. Non ho apprezzato le “centinaia di parenti più stretti”, mi sarebbe piaciuto leggere della colonia come di un’unica famiglia, come effettivamente è nella realtà. Meno elementi “umani” ci sono, meglio è.
    Non ho trovato nessun errore grammaticale di rilevante importanza.
    8 punti!

    4) Verrò tra dieci decimetri
    A parte qualche tempo verbale e qualche improprietà lessicale, il racconto mi sembra corretto, ma forse racconto un po’ teatrale. Originale è il titolo del brano: “Tra dieci decimetri sarò da te”.
    Scala purtroppo di una posizione per via di Form Dylan: sicuramente una trovata simpatica, ma non conforme con le condizioni assegnate; niente di comico-umoristico, JT! E pensare a un cantante famoso, parodia di Bob Dylan, nel mondo delle formiche, le umanizza un po’ troppo, stonando con l’atmosfera creata.
    7 punti!

    5) Il destino comune
    Poco creativo; si configura come un vero e proprio elogio funebre; interessante il tema del destino con il quale tutti, prima o poi, faranno i conti.
    Le formiche sono un po’ troppo umanizzate, il che stona con l’atmosfera che si dovrebbe creare.
    Non ho trovati errori; attenzione solo a lasciare uno spazio dopo ogni segno di punteggiatura!
    6 punti!

    6) Leaves in Autumn
    Impropri alcuni tempi verbali; qualche errore grammaticale e frasi di forma più che di contenuto.
    Ma il vero problema è (problema comune un po’ a tutti i racconti), la mancanza del fattore originalità: il racconto è del tutto introspettivo, non c’è nulla di veramente creativo.
    Resa bene è l’atmosfera. Ho apprezzato il naturalismo di fondo che rende tutto più realistico: la cerimonia consiste nell’ultimo saluto a una formica adagiata su un letto di dente di leone. Non sfori mai nel ridicolo; superbo il finale!
    5 punti!

    7) Addio
    Il racconto avrebbe potuto essere impostato diversamente; anziché una narrazione schematica dei fatti che trasmette ben poco (una serie di eventi: lei le aveva seguite, lei si era lanciata, lei le aveva distratte...), gli eventi avrebbero potuto trovare un’organizzazione diversa.
    Da un punto di vista creativo, nobile è la figura della formica che perisce per amor degli altri ma poco originale. Domanda: come fanno poi a portare il corpo della formica nella colonia, di nuovo? Con un’altra pericolosa spedizione? Questa è, a mio parere, una grave incoerenza. Aspetto una tua risposta!
    4 punti!

    8) La triste e dura verità
    Non molto convincente: la questione è trattata in maniera troppo umana, con formiche sposate, con figli, con nonni... Tutto questo contribuisce a sminuire l’atmosfera di tristezza che deve crearsi. Le parole del marito di Rina sembrano poi frasi fatte, tipiche di un qualsiasi film. Insomma, mi sarebbe piaciuto leggere qualcosa di più originale e, per l’appunto, creativo.
    Ho trovato frequenti imprecisioni grammaticali.
    3 punti!

    9) Rina, domatrice di cavallette
    Molto simpatico. Sì, ma proprio questo è il problema; non hai rispettat la condizione assegnata in partenza, la non-comicità! Il racconto è chiaramente parodistico e non rispetta affatto la traccia, la quale voleva che il lettore provasse le emozioni che proverebbe di fronte alla morte di una persona cara.
    Nonostante sia scritto molto bene, non posso ritenerlo valido. Comunque apprezzo la tua creatività; sono convinto che essa giocherà a tuo vantaggio nei prossimi temi, magari meno... tristi.
    2 punti!

    10) Silver Aeon
    Per problemi personali, Silver Aeon non ha potuto inviare il proprio racconto. È ovvio che il suo posto in classifica non può che essere l’ultimo.
    1 punto!


    Esteban Scri:

    1) Tutte siamo una.

    E' toccante e intenso. Il tema è stato vissuto in modo particolare ma efficace. A mio avviso la mancanza di una vera e propria "cerimonia" come richiesto, è sopperita dalla cerimonia individuale della formica. E' intenso perché per la società spietata delle formiche l'individuo non esiste. L'atmosfera è resa bene ed efficace, quasi claustrofobica. Il racconto scorre senza difficoltà e una volte terminato lascia un po' di amaro in bocca. Quel leggero sentore sulla punta della lingua che ti spinge a rileggerlo. 10 punti.

    2) Così questo è dopo.
    Amo quando il tema viene vissuto e trattato in maniera particolare, ma senza eccedere. Interessante qui è questo personaggio, questa reincarnazione che ha volutamente scelto di diventare una formica, perché voleva provare quella società così ben organizzata. Lo stile di scrittura è efficace sotto ogni punto di vista. Una forte intensità emotiva va a scemare, divenendo via via più meccanica verso la fine. Proprio questo è però il punto che mi ha affascinato di meno: date le premesse si sarebbe potuto raggiungere un apice non indifferente. 9 punti.

    3) Dire Addio a un'amica.
    Mi è piaciuta l'introspettività e soprattutto la forza con cui sono descritte le sensazioni. Ottime forme e lessico eccellente. "solo le poche centinaia di parenti stretti" questo passo mi è piaciuto, anzi, avrei addirittura incrementato al migliaio il numero dei parenti stretti. La palla che schiaccia la formica è l'unico dubbio che mi assale, leggendo il testo. Le formiche sembrano comprenderla troppo, una leggera spolverata di inconsapevolezza in più avrebbe reso il racconto ancora più intenso. Sicuramente questo appena citato è uno dei punti in cui l'intensità cala di più. 8 punti.

    4) Verrò tra dieci decimetri.
    "un burrone alto più o meno dieci decimetri" bello. Rende molto l'idea del rapporto spaziale di esseri quali le formiche. Il titolo è decisamente la componente che più mi ha interessato di questo racconto. Poteva finire svariate righe prima. Form Dylan invece? Decisamente una pessima scelta: sembra vi sia stato attaccato solo per contare più parole. 7 punti.

    5) Il Destino Comune.
    L'ho riletto più volte, non riuscendo a capire cosa effettivamente non mi convincesse di questo testo. Forse il fatto che si tratti di una cerimonia nel senso troppo stretto del termine, insomma, poco formichesca. Non mi è nemmeno piaciuta la citazione delle ultime parole di Rina, sembra quasi buttata un po' lì. Tuttavia nel complesso non mi è dispiaciuto, un bel finale, quasi romantico. Il tema è stato gestito abbastanza bene, anche se, come già detto, la cerimonia è stata troppo "umana". 6 punti.

    6) Leaves in Autumn.
    Un bel testo, ma non di più. Non c'è molto da dire al riguardo, manca di una vera e propria intensità emotiva, che viene recuperata solo nel finale. Il finale, a mio avviso, è la parte migliore, anche se effettivamente l'unica che risolleva un po' il racconto dal dimenticatoio. 5 punti.

    7) Addio.
    Poco emotivo, non molto originale. Mi sembra che il tema non sia stato vissuto con la passione richiesta. A partire dal titolo fino al finale è risultato poco intenso, tuttavia mi ha colpito l'iniziativa di Rina di attirare l'attenzione del mostruoso individuo (uno spietato bambino con la lente?) che sottolinea egregiamente la differenza tra due mondi separati dalle dimensioni, ciò che per uno è morte per l'altro è gioco. Sviluppando con più forza questo nodo centrale il risultato sarebbe stato molto più efficace! 4 punti.

    8) Addio Rina, domatrice di cavallette.
    Buona la fantasia e l'ambientazione, ma purtroppo decisamente troppo fantasiosa. Queste formiche mi sono sembrate personaggi di un cartone animato trasportate in un racconto a tinte forti. Non si riesce a prendere eccessivamente sul serio e, in effetti, se l'esperimento di rendere il goliardico "triste" ti fosse riuscito, avremmo tra di noi il nuovo Tim Burton. Purtroppo, nonostante sia un bel racconto, si allontana troppo dalla traccia. 3 punti.

    9) La dura e triste verità.
    Bello, ma di un bello standard. Non ho visto passione nel trattare il tema, quanto più la ricerca di una soluzione efficace. Anche l'emotività è standard, un po' trita e ritrita. In questo racconto a mio avviso si è osato decisamente troppo poco. 2 punti.

    10) Silver Aeon.
    1 punto.



    Classifica Totale

    1) Tutte siamo una (Manua) con 29 punti;
    2) Così questo è dopo (Pepe78) con 25 punti;

    3) Verrò tra dieci decimetri (JTJast) con 23 punti;
    4) Dire addio a un'amica (Lunarossa) con 21 punti;
    5) Il destino comune (Claudia) con 20 punti;
    6) Leaves in autumn (Lotus Dragon) con 14 punti;
    7) Addio Rina, domatrice di cavallette (Un'Avventura) con 12 punti;
    8) Addio (Ophelia) con 11 punti;
    9) La triste e dura verità (sarettina94) con 7 punti;
    10) - (Silver Aeon) con 3 punti;



    Complimenti a Manua e Pepe78 che passano direttamente al Turno #3!
  7. .
    Con l'aggiunta di un nuovo partecipante (ammesso proprio perché siamo ancora all'inizio e più siamo più ci divertiamo) si comunica che dal tutti contro tutti usciranno ben due vinciori. Successivamente si deciderà come gestire le sfide, con sfide dirette semplici, o ripescaggi per allungare la durata del torneo. :)
  8. .
    Facciamo quattro dai! :)
  9. .
    Ciao, Lotus! Mi pare che tu abbia origini straniere, vero?
    Be', le tue paure sono giustificate, ma proprio in virtù di queste paure vorrei che partecipassi. Il nostro giudizio sará bene approfondito, con consigli, suggerimenti, critiche, ed eventualmente correzioni. E dunque questa non è una splendida occasione per imparare? :)
    Ti consiglio di partecipare, anche perché è vero, si gioca per vincere, ma lo si fa anche per divertirsi e migliorarci insieme.
    Che ne pensi? :)
  10. .
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    Ed eccoci quiiii! :D

    Bruce, Gabriel, Esteban Scri e tutto lo staff hanno il piacere di presentare una nuova, frizzante e fantastica iniziativa, in cui i protagonisti sarete voi!

    Qui sotto troverete tutte le informazioni di cui necessitate. Se avete dubbi, potete comunque scrivere qui sotto.
    Ah, ci tengo a sottolineare che accanto ai due staffer si è scelto anche uno Scrinotto, quasi come "premio" per il suo titolo di Utente del Mese.
    Benissimo. Ah, vi avviso: vincere non sarà facile. Abbiamo in serbo molte, ma moolte stravaganti sorprese per voi.
    Ora non vi anticipo più nulla, e aspetto le vostre iscrizioni! Ciao a tutti!


    Primo torneo di scrittura - Regolamento



    1. La partecipazione è aperta a tutti gli utenti interni o esterni al forum, ad eccezione dei tre organizzatori: Bruce, Gabriel, Esteban Scri.
    2. Il contest consiste in una serie di sfide a eliminazione diretta nelle quali i due partecipanti, attenendosi a un tema prestabilito e diverso per ogni sfida, posteranno i loro elaborati.
    3. Sarà la giuria, composta da Bruce, Gabriel ed Esteban Scri, a dare la preferenza per l’uno o l’altro racconto. Il vincitore passerà quindi alla fase successiva e dovrà sostenere un’altra sfida finché non si giungerà alla finale.
    4. Le coppie di sfidanti saranno casuali.
    5. I racconti dovranno essere inerenti al tema prestabilito, pena la squalifica, e dovranno soddisfare alcune condizioni particolari, le quali possono assumere carattere stilistico (quali il tempo, la persona da usare, un numero limite di battute ecc) così come carattere di qualsiasi altra natura. Esse potrebbero inoltre sovvertire/invalidare solo i punti 3, 4, 6 di tale regolamento.
    6. Dopo la pubblicazione del tema e delle condizioni cui attenersi, gli sfidanti avranno solo da tre a cinque giorni di tempo per postare il loro racconto; il torneo viene infatti impostato come una sorta di laboratorio creativo, in cui, oltre alle abilità letterarie, si valutano anche altre abilità. In questo modo la gara risulterà anche più divertente.
    7. Il vincitore vedrà tutti i suoi racconti partecipanti al torneo raccolti in un ebook amatoriale creato da Scrittori della Notte. Ciò non esclude che lo stesso possa accadere anche per il secondo o il terzo classificato, a seconda del numero dei partecipanti. Oltre all’ebook, il vincitore otterrà un banner che lo attesta vincitore che sarà esposto poi in homepage.
    8. Le iscrizioni sono aperte fino al 15/12/2012; tale data è tuttavia provvisoria; la scadenza potrebbe perciò essere posticipata.

    Elenco partecipanti:

    1) °°Claudia°°
    2) Manua
    3) Silver Aeon
    4) Lunarossa
    5) Un'avventura
    6) JTJast
    7) …•Ophelia•…
    8) *Lotus*Dragon*
    9) sarettina94

    Edited by Bruce_FiumePo - 10/12/2012, 14:50
  11. .
    Benvenuto tra noiii! Sei l'ottocentesimo utente, come detto da Antinea in tagboard. Ragion per cui vinci un meraviglioso premio: un bel niente! :LOL:
    Benvenuto tra noi, Essential, sono sicuro che ti troverai bene. :)
  12. .
    Che meravigliaaaa! I miei (l'ordine non è casuale solo per il podio che vedete qui sotto...)

    1) Donnie-Darko (Mi dispiace per gli altri, ma Donnie is the best!)
    2) Shinigami* (Come si fa a non amarla? È pucciosa e ha sempre sorbito tutti i miei discorsi da psicopatico!)


    Gabriel (la mia cara, adorata, dolcissima Gab...)
    Milù (Avril Milugn! Le foche ti vogliono bene, lo sai?)
    Antinea (L'alternativello di turno, la comare, sa essere un ottimo amico (sa essere, peccato che non lo sia! Muahahah, scherzo, sché, Antinèlla!))
    Dany (Danyyyy lo psicologo! :D)
    Esteban (Mi sta simpatico a pelle e basta! :LOL:)
    Lucciolavagabonda (Simpatia per l'impegno costante per il foro)
    (Un'utente che Milù conosce di certo e per la quale sono stato reputato sadico! Muahahah, è meglio non nominarla!)

    * Ah... Ma in genere un podio è fatto da tre posizioni, vero? Ma il terzo chi è? Non ricordo proprio! O_O
    JT, aiutami tu, forse saprai dirmelo...
  13. .
    Salve a tutti.
    Quello che sto per dirvi ha la massima importanza. In questo topic voglio dire a tutti qualcosa di molto... Molto molto. Ecco, non trovo neanche le parole adatte...
    Lo dico senza preamboli e giri di parole: lascio il forum. Ma solo per tre settimane!

    Ok, se avete pensato ad altro significa che non mi conoscete affatto. Pensavate di liberarmi di me con tanta facilità?!
    Subdoli Scrinotti! Sarò onnipresente nelle vostre vite scrittorose (WTF?! :lol:)
    Parto dopodomani e starò a Londra per tre settimane... Non potrò passare il tempo che passavo prima qui, purtroppo, ma finirà!

    Aaaah, apro questo topic per un'altra cosa: ora che non ci sono io, non azzardatevi a trattate male il mio erede JT o saranno cavoli per voi.
    Tu, Antinèa, vedi di non scandalizzarmelo. E gioca a Final Fantasy.
    Tu, danythewriter, continua a covare la speranza che leggerò i tuoi libri sebbene non perché lo farò.
    Milù, continua a deridere i bimbominkia e a trollare, non dimenticarlo! :D
    Gabriel...
    :trollface: (ti voglio bene <3)

    E poi lo staff al completo... Vi voglio beneeee.
    Vi amo. Anche se più di tutti amo Shini. Fate i bravi! E mi raccomando JT! U.U
    Byeee!

    Edited by Bruce_FiumePo - 8/9/2012, 22:28
  14. .
    No, È scorretto e anche brutto a vedersi... Prova a premere ALT mentre digiti dal tastierino numerico a destra della tastiera 212... :)
  15. .
    È notte, domani non ci sarò per tutta la giornata, ma prometto che domani sera commenterò il pezzo che mi tocca. È che non sopporterei di aspettare ancora per ricevere opinioni. Si tratta di un racconto a cui sono molto legato, che ricorda un periodo della mia vita un pochino... solo. Tema del racconto è infatti la solitudine, vista però da un'ottica leggermente diversa e a incrocio con la menzogna.
    Buona lettura!

    L’ULTIMO RITRATTO
    _________________________


    Pioveva a dirotto.
    Il cielo era grigio, coperto da scure nubi che vomitavano acqua con l’insistenza di una cascata. Le finestre delle case erano chiuse, le vie desolate, l’atmosfera cupa. Il vento manifestava tutto il suo impeto fischiando e trascinando con sé volantini, cartacce e rifiuti.
    Alec detestava alzarsi. Non odiava tanto svegliarsi, ma farlo sapendo che avrebbe bruciato una mezza giornata della sua vita imprigionato tra quattro mura, costretto a seguire i discorsi di pazzi disperati che passavano il loro tempo parlando di numeri, poeti, guerre e quant’altro. O almeno così diceva lui. Se poi il suo problema fosse davvero la scuola o qualcosa di più profondo, tipo la prospettiva di affrontare un nuovo giorno e quindi di vivere ancora, nessuno lo sapeva.
    Angosciato all’idea di ciò che lo attendeva, il ragazzo non riusciva ad aprire gli occhi. Sentì le stridule note della sveglia intrufolarsi nei timpani e danneggiarli e, nel tentativo di riportare un po’ di pace in camera, allungò il braccio sul comodino. La sua mano si posò dapprima sull’abat-jour, poi sul pacchetto di sigarette, sul telefonino e infine su ciò che stava cercando. Il silenzio che seguì fu dolce come lo zucchero. Adesso Alec poteva tornare ai suoi sogni. Ma quando la sveglia riprese a suonare, gemette, si stropicciò gli occhi e, con uno sforzo immane, si alzò.
    Una nuova giornata inizia. Andiamo.
    Strascicò verso il bagno e, con un sospiro, si guardò allo specchio. La sua espressione era ancora intontita dal sonno, i lunghi capelli spettinati. Avrebbe voluto rimanere in quello stato, ma doveva farsi bello prima di uscire; doveva farsi l’acconciatura con il gel, per sembrare potente. Amava il gel, amava l’aspetto da “ragazzo figo” che gli dava. O almeno così diceva lui.
    Si sciacquò la faccia, indossò in fretta e furia i vestiti che amava tanto - be’, almeno lui diceva di amare tanto le magliette nere aderenti e i jeans a vita bassa per fare vedere le mutande - e poi si conciò per bene i capelli. Non fece colazione; non aveva fame.
    Presi lo zaino semivuoto, le sigarette, l’ombrello e il telefonino, aprì il portone di casa e si preparò a uscire.
    Il vento lo travolse dandogli un brivido. Le gocce d’acqua cadevano obliquamente e pungevano il volto. Con quel tempaccio, non era proprio il caso di aprire l’ombrello; si sarebbe di certo distrutto. Chiuse a chiave la porta di casa e si diresse verso scuola, accelerando il passo per non inzupparsi del tutto. Ciò che lo circondava era davvero triste. Ogni tanto si vedeva qualche auto sfilare per le strade silenziose, ragazzi che correvano verso la scuola per ripararsi dalla pioggia; per il resto, non c’era movimento.
    Crawson Hill... Una piccola cittadina di montagna, perennemente invasa dal cattivo tempo. Alec non avrebbe voluto nascere lì. Però era vero: meglio essere primo in un piccolo paese che non secondo in una grande città. E lui lì si sentiva il leader. Alto, muscoloso, ragazze quante ne vuoi, sempre pieno di amici... Il suo atteggiamento prepotente, la nonchalance con la quale riuniva tutti sotto il suo potere lo avevano reso unico, un idolo. Tutti lo stimavano, una stima che talvolta evolveva in paura e quindi in una cieca forma di devozione, simile a quella rivolta verso un dio.
    Alec amava la sua vita. Amava il suo carattere forte, secondo il quale i sentimenti erano roba da femmine e il rispetto non era reciproco ma solo “dagli altri per lui”. Già. Chiunque lo avrebbe invidiato. Non si poteva assolutamente essere scontenti in situazioni del genere. O almeno così diceva lui.
    «Ehi, Alec!»
    Alec si girò e vide due ragazzi della sua età che gli si avvicinavano. Loro erano ben svegli, già allegri. Si riparavano sotto un ombrello di grandi dimensioni, robusto, che non si piegava con il vento.
    «Non voglio andare a scuola» disse uno dei due. Era poco più alto di Alec ma molto più snello e scarno. «E tu?»
    «Ho mai avuto voglia di andare a scuola?» rispose seccato Alec.
    «In effetti no» sorrise il terzo ragazzo. «Che ne dici se oggi non ci andiamo?»
    Alec lo guardò per un secondo e annuì. Senza sorridere, senza lasciar trapelare niente, con noia.
    «Bella idea, Ray».

    La mattinata passava in fretta. I tre ragazzi fumarono, mangiarono due pizzette e parlarono del più e del meno.
    Ora si trovavano in un bar, seduti a un tavolo. Parlavano di cosa avrebbero fatto il giorno successivo.
    «Io voglio divertirmi» disse Harold. «E voglio farlo a spese di Mark». Sulle sue labbra si disegnò un sorriso.
    «E chi sarebbe Mark?» domandò Alec, aggrottando le sopracciglia. Ray stava a guardarli in silenzio.
    «Quel pittore da strapazzo. Lui e il suo atelier!» rispose Harold, accentuando il termine francese per deriderlo. «L’altro giorno ha fatto una cosa che non doveva fare. Voglio vendicarmi».
    Regnò qualche secondo di timido silenzio.
    «E cosa ti ha fatto?» chiese poi Alec.
    «Una cosa».
    «Ovvero?»
    Harold sembrava senza parole. Non sapeva cosa rispondere.
    «Ma cosa ne vuoi fare tu?» esplose poi. «Tu non puoi saperlo, d’accordo?»
    Alec si alzò in piedi e digrignò i denti. Le sopracciglia gli si aggrottarono, il suo sguardo emanava scintille. «Attento a come parli!» urlò. «Attento a come parli con me se non vuoi fare una brutta fine!»
    Harold stava per rispondere ma Ray lo fermò.
    «Harold, forse non è il caso di andare da Mark... Magari un altro giorno».
    Devoto come sempre, pensò Alec, schifato dal suo comportamento.
    Harold, dal canto suo, non rispose. Gettò un’occhiata sprezzante ai due ragazzi, poi si alzò e se ne andò.
    «Vattene, Ray» disse Alec.
    «Ma...»
    «Vattene, ho detto!»
    Ray alzò le spalle e si allontanò in silenzio.
    Sì, adesso anche io ho voglia di divertirmi.
    Adesso era legittimo fare una capatina dall’artista maledetto.

    L’atelier di Mark.
    Era questa la scritta che recava il laboratorio dell’artista. Dalle vetrine si vedevano esposti dei dipinti di vario genere, creazioni personali e copie d’autore. Lo stile era piuttosto cupo: i colori usati erano scuri, i soggetti molto particolari e imprevedibili. Una delle sue opere rappresentava un enorme gatto nero che fluttuava nell’aria, su uno sfondo dorato. Un'altra vedeva una scimmia con una corona sulla testa, seduta su un trono di spine.
    Alec represse un gemito di disgusto ed entrò nell’atelier. Non sapeva bene cosa gli avrebbe fatto. Ma sarebbe stato qualcosa di grave, abbastanza da fargli dimenticare la lite. La lite, non il fatto che tutta la sua vita fosse un film, recitato da un attore più falso di un fantoccio, no, perché così non era. Lui era sincero e amava la sua vita. Così diceva lui, e chissà, magari così credeva lui.
    La luce all’interno del laboratorio era soffusa. Le pareti, dipinte di un rosso bordeaux conferivano una strana atmosfera all’ambiente, che era accogliente, silenzioso, e soprattutto caldo. Però non c’era nessuno.
    Alec fece un giro per la sala, osservando i dipinti appesi alle pareti. Ce n’erano di tutti i generi, di tutte le dimensioni, di tutti i colori. A partire da soggetti stravaganti e imprevedibili sino ad arrivare a classici paesaggi.
    Un tramonto in particolare lo aveva stregato. Rimase immobile a fissare la tela, la scrutò nei dettagli, ammirò le tonalità di arancio del cielo e ammirò il mare calmo nel quale il sole si specchiava, nei suoi riflessi opachi.
    «Ti piacciono i tramonti, vero?»
    Alec si girò di scatto. Vide davanti a sé un uomo. Un uomo strano. Doveva avere circa sessant’anni. Gli occhi erano scavati nel volto, il naso adunco, i tratti del volto molto sciupati. I capelli, candidi come la neve e lunghi, gli conferivano un aspetto affascinante e ammaliante. Tuttavia, non doveva passarsela molto bene, a giudicare da quanto fosse scarno.
    «Prima di essere pittore, sono uno psicologo, sai, ragazzo?»
    «Cioè uno strizzacervelli?»
    Il pittore rise. Enigmaticamente, quasi come la Gioconda, che era appesa proprio su una delle pareti.
    «Esatto». Continuò a sorridere. «E credo che ti farebbe piacere vedere una cosa. Seguimi».
    Mark gli diede le spalle e si incamminò verso una porta in fondo alla sala, dietro la quale si apriva un corridoio. Alec non sapeva cosa pensare. Quel vecchio aveva qualche rotella storta, se lo sentiva. Tuttavia lo seguì. Amava le sorprese.
    Il pittore aprì una delle porte del corridoio e lo invitò a entrare. L’interno era una semplice stanza, con dei quadri appesi alle pareti. Per il resto non c’erano mobili, oggetti di arredamento o altro.
    «Ti presento la stanza della solitudine».
    Alec non rispose. Solitudine... Qualcosa che lui non conosceva.
    «Lascia che ti mostri tutti i miei dipinti...»
    E Mark continuava a sorridere. Un sorriso magnetico.
    «Questo è il mio primo dipinto».
    «Inquietante» borbottò Alec. Guardò stregato la tela. Un volto implorante lo guardava fisso negli occhi. Indossava una camicia di forza e si rotolava a terra, sbavando.
    «Il soggetto è manifestazione della solitudine. Non ho pensato granché mentre lo dipingevo, ma ho sentito il bisogno di farlo e l’ho fatto. L’arte è l’espressione del bello, non è vero?»
    «Be'...»
    «Poi abbiamo un secondo dipinto».
    Esso rappresentava il numero uno, dipinto di blu elettrico su uno sfondo nero.
    «Il solo per eccellenza, non trovi?»
    Alec annuì.
    «Ma quello che voglio farti vedere è quello lì. In fondo».
    Mark accompagnò Alec al dipinto in questione. Il ragazzo si chiese cosa gli stava accadendo, perché non riusciva a reagire, perché non riusciva più a ridere in faccia a quello psicopatico e a fargli qualche dispetto.
    L'ultimo dipinto lo distrusse.
    «Cosa cazzo...?»
    Il dipinto rappresentava Alec. Camminava al fianco di una bella ragazza e teneva in mano una sigaretta. La sua espressione era stanca. Stanca come sempre.
    «Ti piace? Anche questo è manifestazione della solitudine».
    Gli occhi di Alec si velarono di lacrime.
    «Mi piace dipingere ciò che vedo» spiegò il pittore, ridendo. «Mi piace immortalare non tanto i miei sentimenti, quanto quelli della gente comune. Avevo bisogno di un dipinto per ultimare la mia raccolta sulla solitudine, ma non avevo più idee. Ho cercato a lungo l’ispirazione, ho visto molta gente, molti quadri, ho letto molto... Finché non ho trovato te. Ho visto il tuo comportamento assieme agli altri. Ti ho seguito. Ti ho studiato a lungo e ho capito una cosa fondamentale. Alcuni mascherano la loro solitudine. Mentono a se stessi e agli altri, fanno amicizie che non vorrebbero. Fumano anche se non amano le sigarette. Amano senza amare davvero».
    Alec stringeva i pugni. Non sapeva più cosa pensare. Tutto ciò che aveva cercato di nascondere gli veniva ora esposto così, senza tatto. Aveva di fronte una persona che non si era fatta scrupoli come tutta la gente falsa che conosceva. Una persona che non aveva paura di lui, la prima persona al mondo che gli diceva ciò che sentiva. Ripensò ai suoi conoscenti. Ripensò a sua madre, la madre che vedeva solo “part-time”. Ripensò a se stesso, e solo allora capì quanto era stato falso.
    Ma non voleva ancora ammetterlo. E non lo avrebbe ammesso mai.
    «La mia serie è al completo. Questo è l’ultimo ritratto. Vorrei che lo prendessi. Appendilo in camera. Non è mai troppo tardi per ripagare ai propri errori».
    Mark continuava a sorridere. Appoggiò la mano sulla spalla del ragazzo.
    Ma Alec non voleva ancora ammetterlo.
    «No» sussurrò, tra i singhiozzi.
    «Perderai tutto ciò che hai... Ma non hai niente. Fidati. Sei solo, nel più vero senso della parola. Hai perso anche te stesso».
    «Tu non sai niente».
    «E invece so tutto».
    Poi, mentre un'ultima lacrima gli scivolava lungo la guancia, Alec si svegliò dal suo sogno tormentato.

    Ho finito. Questa è la sua storia. Questa è la storia che Alec, adesso adulto, mi ha raccontato. Davvero angosciante la prospettiva di essere soli e allo stesso tempo non esserlo. Non auguro a nessuno niente di simile.
    Per fortuna si trattava solo di un sogno. Per fortuna non era nient'altro che un incubo.
    O almeno così mi ha detto lui.
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